Roberto Rossellini definì Brunello Rondi ‘’un genio’’ e Federico Fellini ‘’un prezioso, fedelissimo collaboratore; leale, entusiasta, sempre pronto a partire in qualsiasi direzione…’’; per Cesare Zavattini si trattava di ‘’uno di quelli che più hanno capito il proprio tempo’’ mentre Tullio Kezich lo definì ‘’onnisciente’’.
Una personalità rinascimentale capace di scrivere oltre dieci film con Fellini tra cui capolavori immortali come La Dolce Vita e Otto e mezzo; di sceneggiare per l’autore di ‘’Roma città aperta’’ film indimenticabili come Francesco giullare di Dio e Europa 51; di scrivere e dirigere tredici film tra cui spiccano il seminale ''Il Demonio'' (1963) oggi un vero cult movie presentato in tempi recenti dal Lincoln Center di New York, al Festival di Locarno e prescelto dalla Titanus per celebrare i suo centenario alla Mostra del Cinema di Venezia e citatissimo da cinephiles; o il poetico La voce sulla giovinezza di madre Teresa di Calcutta e, con Paolo Heusch l’affascinante Una vita violenta tratto dal romanzo di Pasolini o Valeria dentro e fuori che anticipò temi dirompenti solo anni dopo come la malattia mentale e il dramma dei manicomi; capace anche di scrivere tra i primi saggi scritti al mondo sul cinema neorealista italiano, e altri tra i più innovativi sulla musica moderna, o di rara acutezza di filosofia e sul cinema stesso di Fellini –che il Centro Sperimentale di Cinema ripubblicherà prossimamente per iniziativa di Pupi Avati; numerosi libri di poesie recensiti da Quasimodo, Ungaretti o Bevilacqua, Mario Luzi; drammaturgo con drammi rappresentati in Italia e all’estero tra cui il celebre Amanti portato in scena in Italia da Giorgio Albertazzi e Anna Proclemer. Anche giornalista e reporter da Paesi lontani come la Cina o la Papua Nuova Guinea e persino attore accanto ad Ugo Tognazzi nelle ‘’Ore dell’amore’’ di Salce, Brunello Rondi, ‘’che capisce tutto al volo’’ (Fellini) ha lasciato una traccia indelebile nella cultura italiana se pire non pienamente ancora riconosciuta.
A Brunello Rondi sono state dedicate varie tesi di laurea e il volume Il lungo respiro di Brunello Rondi, (Edizioni Sabinae, 2010) a cura di Stefania Parigi e Alberto Pezzotta e realizzato grazie al contributo del Centro Sperimentale di Cinematografia e la collaborazione della Fondazione Federico Fellini. Il “lungo respiro” è la metafora usata da Fellini per descrivere la straordinaria versatilità di Brunello Rondi
Gian Luigi Rondi, il fratello, celebre critico, auspicò che, nel futuro, si fossero potute presentare "altre occasioni come questa per continuare a studiare i molteplici rami dell’attività di Brunello". Don Dario E. Viganò presidente della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo affermò, all’uscita del volume: “Lungo respiro” secondo Fellini, lunga, persistente eredità per quanti abbiano conosciuto, de visu o di penna, Brunello Rondi, autore totale, capace di una poliedricità forse senza eguali nel panorama culturale italiano. Questo saggio, davvero tutto da respirare con gli occhi, colma –– un vuoto sordo e lo fa con rigore intellettuale e visione a 360°, seguendo le molteplici piste rondiane, accomunate dalla medesima curiosità intellettuale».
Adriano Ossicini, grande psichiatra ed eroe della Resistenza parlò della straordinaria creatività e della sua profonda capacità di spendersi spesso in modo profondamente disinteressato in un dialogo e costruttivo e fondamentale in grandi esperienza sul piano artistico’’; secondo i curatori del succitato volume biografico, Alberto Pezzotta e Stefania Parigi notarono come ‘’lo sguardo di Rondi si protende con una voracità insaziabile verso tutti i movimenti di sperimentazione delle arti, cercando di afferrarne il senso e la pluralità dei sensi e di definirne le prospettive (…) con le vertigini del suo sguardo onnicomprensivo e bulimico’’.
Brunello Rondi ricevette due Nomination all’Oscar quale co-sceneggiatore de La Dolce Vita e Otto e mezzo. Rondi ha lasciato molte opere inedite tra cui spicca una sceneggiaturadedicata alla vita di san Charles de Foucauld canonizzato da Papa Francesco poco tempo fa e profeta del dialogo occidente-slam e da cui il figlio Umberto spera di poter quanto prima vista la sua attualità trarre un film. Un’altra delle intuizioni rondiane. Alcune opere sono andate purtroppo perdute come il monumentale Teoria dell’Uomo, summa di tutto il sapere, anche scientifico di Rondi e da lui stesso considerato il testo più importante che avesse mai scritto. Rimangono anche molte opere inedite o sceneggiature non trasposte per il cinema.