ACCADEMIA DEL CINEMA ITALIANO
PREMI DAVID DI DONATELLO

NEWS FESTA DEL CINEMA DI ROMA


Il cinema italiano alla
13° edizione della Festa del Cinema di Roma
18 - 28 ottobre 2018

Ecco gli eventi dedicati al cinema italiano, dalle anteprime alle rassegne, dai restauri agli omaggi, in alcuni casi dedicati ad artisti in piena attività, come Adriana Asti e Flavio Bucci, in altri a coloro che ci hanno lasciato, tra cui Carlo Vanzina, Ermanno Olmi e Vittorio Taviani.

Anche Martin Scorsese, ospite di punta della Festa e della città di Roma, porgerà un vero e proprio omaggio al cinema italiano, mostrando le sequenze di 9 film classici da lui selezionati, e parlandone al pubblico nel corso dell’incontro che precederà la sua premiazione.
Presenterà inoltre la versione restaurata di San Michele aveva un Gallo di Paolo e Vittorio Taviani.

Il programma integrale, comprensivo degli eventi legati al cinema internazionale, delle mostre e della programmazione delle sale del circuito della Festa, sarà disponibile online sul sito della Festa del Cinema di Roma dal 12 ottobre, con relativi orari e sale.


SELEZIONE UFFICIALE

DIARIO DI TONNARA
di Giovanni Zoppeddu, Italia, 2018, 70’
La comunità dei pescatori di tonno, divisa tra pragmatismo del lavoro e tensione al sacro. Un inno alla fatica del vivere, ma anche alla naturale propensione di una comunità alla tradizione e al rito. Rais, tonnare e tonnaroti rappresentano il centro da cui si dipanano i racconti di un tempo passato che grazie al potere del cinema riemerge magicamente dall’oblio. Un documentario che si fa interprete di storie di mare, che sono della Sicilia e del mondo. E che attraverso le immagini di repertorio di maestri come De Seta, Quilici e Alliata racconta un pezzo profondo di storia del nostro cinema. Un tempo e un cinema che a volte possiamo sentire perduti, e che invece questo film ci restituisce presenti, contemporanei, accanto a noi.

IL VIZIO DELLA SPERANZA
di Edoardo De Angelis, Italia, 2018, 90’
Cast: Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio, Odette Gomis, Juliet Esey Joseph
Lungo il fiume scorre il tempo di Maria, il cappuccio sulla testa e il passo risoluto. Un’esistenza trascorsa un giorno alla volta, senza sogni né desideri, a prendersi cura di sua madre e al servizio di una madame ingioiellata. Insieme al suo pitbull dagli occhi coraggiosi, Maria traghetta sul fiume donne incinte, in quello che sembra un purgatorio senza fine. È proprio a questa donna che la speranza un giorno tornerà a far visita, nella sua forma più ancestrale e potente, miracolosa come la vita stessa. Perché restare umani è da sempre la più grande delle rivoluzioni.


EVENTI SPECIALI

NOTTI MAGICHE
di Paolo Virzì, Italia, 2018, 110’
Cast: Mauro Lamantia, Giovanni Toscano, Irene Vetere, Roberto Herlitzka, Marina Rocco, Paolo Sassanelli, Annalisa Arena, Eugenio Marinelli, Emanuele Salce, Andrea Roncato, Giulio Berruti, Ferruccio Soleri, Paolo Bonacelli, Regina Orioli, Ludovica Modugno con Giulio Scarpati, Simona Marchini, Tea Falco, con la partecipazione straordinaria di Ornella Muti, con Jalil Lespert, Giancarlo Giannini
Italia '90: la notte in cui la Nazionale viene eliminata ai rigori dall’Argentina, un noto produttore cinematografico viene trovato morto nelle acque del Tevere. I principali sospettati dell’omicidio sono tre giovani aspiranti sceneggiatori, chiamati a ripercorrere la loro versione al Comando dei Carabinieri.
Notti Magiche è il racconto della loro avventura trepidante nello splendore e nelle miserie dell’ultima stagione gloriosa del Cinema Italiano.

IL FLAUTO MAGICO DI PIAZZA VITTORIO
di Mario Tronco, Gianfranco Cabiddu, Italia, Francia, 2018, 83’
Cast: Violetta Zironi, Ernesto Lopez Maturell, Petra Magoni, Fabrizio Bentivoglio, El Hadij Yeri Samb
Un film musicale in otto lingue dove i musicisti della multietnica Orchestra di Piazza Vittorio rivisitano e re-interpretano l’opera di Mozart, arricchendola e adattandola ad un setting moderno, ognuno secondo le proprie tradizioni e culture musicali. Tutto avviene nei giardini di Piazza Vittorio, che si animano per magia durante la notte. Contrariamente a quanto accade nell’Opera di Mozart, i personaggi femminili possono cambiare il corso degli eventi e assumere un ruolo decisivo.

NOI SIAMO AFTERHOURS
di Giorgio Testi, Italia, 2018, 103’
Noi siamo Afterhours è il docufilm che, prendendo spunto dal concerto sold out al Forum di Assago del 10 aprile scorso, racconta i trent’anni di storia della band guidata da Manuel Agnelli, dagli esordi in inglese alle tournée internazionali, dai cambi di formazione fino alla line up attuale. Le immagini del concerto si alternano a quelle del passato in un racconto affidato all'io narrante di Manuel Agnelli che conduce lo spettatore in un viaggio intimo attraverso la musica di una band entrata nella storia del rock italiano. Alla proiezione sarà presente la band che, a seguire, sarà protagonista di un breve showcase elettroacustico.

FRA CINEMA E MUSICA
VERO DAL VIVO. FRANCESCO DE GREGORI
di Daniele Barraco, Italia, 79’
Vero dal vivo è il film documentario girato durante il tour di Francesco De Gregori nei club d’Europa e degli Stati Uniti. Attraverso gli occhi del filmmaker Daniele Barraco, Francesco De Gregori si mostra in totale libertà, senza schemi, ironico e inconsueto. Avvolto da nuvole di fumo, muove passi sulle note delle sue canzoni tra palchi, backstage, viaggi, accompagnato dalla sua fedele band.


INCONTRI RAVVICINATI

PREMIO ALLA CARRIERA 2018
MARTIN SCORSESE
 Martin Scorsese sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato, durante il quale riceverà, dalle mani di Paolo Taviani, il Premio alla Carriera assegnato quest’anno dalla Festa del Cinema. L’autore newyorkese, che ha firmato una straordinaria serie di capolavori, da Mean Streets e Taxi Driver a Toro Scatenato, da Quei bravi ragazzi a Casinò, passando per Gangs of New York, The Departed – Il bene e il male, The Wolf of Wall Street e Silence, ripercorrerà la sua carriera cinquantennale e mostrerà alcune sequenze dei film italiani che lo hanno maggiormente influenzato. Quello con l’Italia, è un legame che ha segnato tutta la carriera del grande maestro, nato a Little Italy da una famiglia di immigrati siciliani. La passione per il cinema italiano lo ha accompagnato sin da piccolo quando, dopo la scuola, correva nelle fatiscenti salette del quartiere per vedere i film italiani che arrivavano in quel periodo: i capolavori di Rossellini, De Sica, Antonioni e soprattutto Fellini. In un evento dedicato durante la Festa, il regista Premio Oscar® presenterà, inoltre, San Michele aveva un gallo dei fratelli Taviani, omaggio alla memoria di Vittorio, recentemente scomparso, nella versione restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Scorsese, impegnato in primissima linea nella battaglia per la conservazione del cinema del passato, ha poi selezionato per il pubblico romano tre film per il cui restauro è stata impegnata la Film Foundation da lui promossa. Questi i titoli scelti: Detour di Edgar G. Ulmer (1945), restaurato da Academy Film Archive e The Film Foundation, cofinanziato da the George Lucas Family Foundation; One-Eyed Jacks di Marlon Brando (1961) restaurato da Universal Studios in collaborazione con The Film Foundation, con la consulenza di Martin Scorsese e Steven Spielberg; Ganja & Hess di Bill Gunn (1973), restaurato da The Museum of Modern Art con il supporto di The Film Foundation. L’Incontro Ravvicinato con Martin Scorsese si svolgerà con il sostegno di Campari. Il cineasta sarà ospite di una serata esclusiva presso Villa Medici organizzata in collaborazione con Vanity Fair.

MARIO MARTONE
Conversazione con Concita De Gregorio sul caso Elena Ferrante
 Mario Martone ha iniziato la sua carriera artistica in teatro prima di esordire alla regia cinematografica con il suo primo lungometraggio Morte di un matematico napoletano (1992), storia di Renato Caccioppoli che gli vale il Gran premio della giuria alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, oltre al David di Donatello e al Nastro d’Argento come miglior esordiente. L’anno successivo gira a Napoli, sua terra natia, il mediometraggio Rasoi (1993), ispirato a uno spettacolo teatrale precedentemente allestito al Teatro Mercadante. Autore di un cinema aspro, essenziale, come testimoniano L’amore molesto (1995, David di Donatello per la regia), Teatro di guerra (1998) e L’odore del sangue (2003), tutti presentati a Cannes, si dedica a un film sul Risorgimento, Noi credevamo, con Luigi Lo Cascio, con cui ha ottenuto numerosi e importanti riconoscimenti. Dopo Il giovane favoloso (2014), sulla vita di Giacomo Leopardi, Mario Martone ha recentemente girato Capri-Revolution, ambientato sull’isola napoletana nel 1914. Il regista sarà ospite della Festa del Cinema con un Incontro Ravvicinato durante il quale discuterà con Concita De Gregorio del caso editoriale di Elena Ferrante, famosa in tutto il mondo per la serie “L’amica geniale”, edita in Italia da E/O. A unire il percorso dei due autori è la trasposizione cinematografica de L’amore molesto che sarà presentato alla Festa in versione restaurata.

ALBA ROHRWACHER E ALICE ROHRWACHER
 Le due sorelle Alba e Alice Rohrwacher, la prima attrice, la seconda regista e sceneggiatrice saranno protagoniste di un Incontro Ravvicinato nella giornata di chiusura della Festa del Cinema. Dopo i primi studi all'Accademia dei Piccoli di Firenze, sua città natale, Alba si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2003. L’anno seguente esordisce al cinema con L’amore ritrovato di Carlo Mazzacurati imponendosi subito all’attenzione di critica e pubblico. La freschezza e la discrezione che caratterizzano ogni suo personaggio la rendono differente dalle attrici della sua generazione, come dimostra una carriera costellata di successi e in continua ascesa che l’ha vista protagonista di pellicole quali Mio fratello è figlio unico, Giorni e nuvole (David di Donatello come Migliore attrice non protagonista), Il papà di Giovanna (Migliore attrice protagonista ai David di Donatello) e Hungry Hearts di Saverio Costanzo che le vale la Coppa Volpi per la Migliore interpretazione femminile a Venezia nel 2014. Ad Alice, più piccola di due anni, sono bastati due film per imporsi tra i talenti emergenti del panorama cinematografico europeo: Corpo celeste, presentato alla Quinzaine a Cannes con cui vince il David di Donatello al Miglior regista esordiente, e Le meraviglie, Grand Prix della Giuria a Cannes (interpretato, tra gli altri, da sua sorella). Il suo è un cinema che si muove tra memoria e nostalgia, ricco di elementi fiabeschi e popolari, capace di restituire al pubblico la magia e il disincanto di mondi che si avviano a scomparire. Nel 2018, sempre a Cannes, vince il Premio per la Migliore sceneggiatura per Lazzaro Felice: anche in questo caso nel cast c’è Alba.

GIUSEPPE TORNATORE
 Tra gli autori italiani più amati e premiati a livello internazionale, Giuseppe Tornatore ha costruito la sua carriera su un cinema che rievoca nostalgicamente il passato, fortemente italiano eppure esportabile all’estero la cui forza risiede nel raccontare storie piccole e semplici, di un mondo perduto, con una delicatezza e quel misto di malinconia e ironia che donano al racconto un’aura di magia e lirismo. Alla prossima Festa del Cinema, il cineasta sarà protagonista di un Incontro Ravvicinato in cui approfondirà la sua passione per il noir, fra letteratura e cinema. Tornatore ha iniziato la sua carriera artistica occupandosi di fotografia. È stato regista teatrale e televisivo e autore di documentari, prima di approdare al cinema nel 1986 con Il camorrista. Ma è con il film successivo, Nuovo cinema Paradiso che la sua carriera compie una svolta decisiva. La pellicola vince l’Oscar® per il Miglior film straniero nel 1990, oltre al Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes, un Golden Globe  e cinque BAFTA. Nel 1995 viene nuovamente nominato all’Oscar® con L’uomo delle stelle. Il cinema di Tornatore è un cinema della memoria che da Malèna a Baarìa, da La leggenda del pianista sull’oceano a La sconosciuta, passando per i più recenti La migliore offerta e La corrispondenza, ha saputo rendersi identificabile attraverso un linguaggio tanto universale quanto personale, ma sempre fortemente poetico. L’Incontro Ravvicinato si svolge con il sostegno di Poste Italiane.

I mestieri del cinema | Direttori della fotografia
ARNALDO CATINARI – LUCIANO TOVOLI
 Il direttore della fotografia è una delle figure fondamentali nella realizzazione di un film e la scuola italiana ha prodotto, nel corso dei decenni, straordinari “maghi della luce”, alcuni dei quali molto apprezzati anche a livello internazionale. Due di loro si confronteranno alla Festa del Cinema in un incontro a cura di Mario Sesti: Luciano Tovoli, vincitore di due Nastri d'argento, nel 1976 per Professione: reporter di Michelangelo Antonioni e nel 1989 per Splendor di Ettore Scola; e Arnaldo Catinari, autore della fotografia di opere come Luce dei miei occhi, Il caimano, Parlami d’amore, I demoni di San Pietroburgo e Vallanzasca – Gli angeli del male. Tovoli, classe 1936, esordisce come direttore della fotografia in Come l'amore di Enzo Muzii nel 1968. Collabora con numerosi registi, italiani e internazionali: da Dario Argento, con il quale gira Suspiria la cui fotografia è ancora oggi considerata una delle più innovative e disturbanti mai realizzate, a Luis Buñuel, da Valerio Zurlini a Marco Ferreri. Protagonista negli anni Settanta del rinnovamento dei canoni artistici del cinema italiano, Luciano Tovoli è un vero e proprio artista della luce, in grado di plasmare ombre e bagliori regalando allo spettatore suggestioni che si fissano nello sguardo e nella memoria. Catinari è stato direttore della fotografia di oltre ottanta film, collaborando con i più noti registi italiani degli ultimi anni, da Gabriele Muccino a Nanni Moretti, da Luciano Ligabue a Paolo Virzì e Riccardo Milani. Il suo stile è un connubio sapiente di innovazione e tecnica classica, così come ogni sua inquadratura è in grado di contenere tradizione e rivoluzione.

I mestieri del cinema | Montatori
ESMERALDA CALABRIA – GIOGIÒ FRANCHINI
 Stanley Kubrick sosteneva che “Tutto quello che precede il montaggio è semplicemente un modo di produrre una pellicola da montare”. Il montaggio è l’ultima e decisiva scrittura del film, dopo la sceneggiatura e le riprese, e sarà al centro di un incontro, a cura di Mario Sesti, che metterà di fronte due autorevoli montatori italiani: Giogiò Franchini ed Esmeralda Calabria. Montatore “di pancia”, così ama definirsi Giogiò Franchini, mago del suono, ha collaborato con registi come Paolo Sorrentino, Jonathan Demme, Valeria Golino e si è aggiudicato il David di Donatello per La ragazza del lago di Andrea Molajoli. Nel corso degli anni ha continuato a portare avanti l’idea di montaggio come strumento per spiazzare e infondere meraviglia negli occhi dello spettatore, avendo come unico scopo quello di mantenere viva l’attenzione di chi guarda. Esmeralda Calabria, montatrice per autori come Nanni Moretti, Francesca Archibugi e Giuseppe Piccioni, vincitrice di un David di Donatello e di un Nastro d’Argento per Romanzo criminale di Michele Placido, è anche regista: il suo esordio dietro la macchina da presa avviene nel 2007 con Biùtiful cauntri seguito, nel 2017, dal documentario Lievito madre – Le ragazze del secolo scorso, diretto insieme a Concita De Gregorio. Per lei il montaggio è uno strumento fortemente poetico e immaginativo, in grado di superare la struttura narrativa del testo, a favore delle immagini.


PER NON DIMENTICARE

15 ottobre ore 21 | Multisala Barberini
1938 – QUANDO SCOPRIMMO DI NON ESSERE PIÙ ITALIANI
di Pietro Suber, Italia, 2018, 78’
Il film rievoca le vicende che portarono dalle leggi razziali alla deportazione degli ebrei italiani attraverso cinque storie narrate da vittime, persecutori e testimoni: una famiglia di ebrei fascisti massacrata sul Lago Maggiore; un ebreo del Ghetto di Roma che si salvò flirtando con la nipote di un collaborazionista; Franco Schonheit e i suoi genitori, sopravvissuti ai lager; un’ebrea di Fiume che si nascose in casa di un incisore del Vaticano; una famiglia di presunti delatori.

16 ottobre ore 21 | Casa del Cinema
LA RAZZIA, 16 OTTOBRE 1943 
di Ruggero Gabbai, Italia, 2018, 60’
Il 16 ottobre 1943 le forze naziste arrestano nella città di Roma oltre 1250 ebrei. Le vittime devono preparare le valigie e abbandonare le loro case in pochi minuti. Il 18 ottobre sono condotte alla stazione Tiburtina, ammassate in ventotto carri bestiame e deportate nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Solo sedici torneranno. A settantacinque anni dalla razzia del 16 ottobre ‘43, il film documentario ripercorre una delle più tragiche pagine di storia d’Italia attraverso le voci di chi l’ha vissuta.

15 ottobre ore 21 | Casa del Cinema
L'UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA | THE MAN WHO BOUGHT THE MOON
di Paolo Zucca, Italia, Argentina, Albania, 2018, 102’
Cast: Jacopo Cullin, Stefano Fresi, Francesco Pannofino, Benito Urgu, Lazar Ristovski, Angela Molina
Un pescatore sardo ha promesso la Luna alla donna che ama. E i Sardi le promesse le mantengono.

17 ottobre ore 18 | Casa del Cinema
QUESTO È MIO FRATELLO
di Marco Leopardi, Italia, 2018, 80’
Massimo ha documentato con la telecamera la sua lotta contro la depressione. Da queste riprese e dai filmini del padre, Marco, fratello di Massimo, parte per ricostruire la sua storia. La telecamera per Massimo è stata l’unico amico al quale confessare il dolore. Ora però c’è il fratello con lui. Marco ha deciso di accompagnare il fratello, seguirlo con la sua telecamera mentre si sottoporrà all’ultimo tentativo di contrastare la depressione.

17 ottobre ore 21 | Casa del Cinema
IN VIAGGIO CON ADELE
di Alessandro Capitani, Italia, Francia, 2018, 83’
Cast: Alessandro Haber, Sara Serraiocco, Isabella Ferrari, Patrice Leconte, Anna Ferruzzo, Elena Cantarone, Achille Missiroli
Adele è una ragazza speciale. Libera da freni e inibizioni, indossa solo un pigiama rosa con le orecchie da coniglio, non si separa mai da un gatto immaginario e colora il suo mondo di Post-it, dove scrive tutto quello che le passa per la testa. Cinico e ipocondriaco, Aldo è un attore di teatro che, appoggiato da Carla – sua agente, amica e occasionale compagna di letto – si trova alla vigilia della sua ultima grande opportunità nel mondo del cinema. L'improvvisa morte della mamma di Adele sconvolge i piani di Aldo che scopre solo ora di essere il papà della ragazza. Con il compito di dirle la verità e l’intento di liberarsene, Aldo parte con Adele risalendo dalla Puglia su una vecchia cabrio per affrontare un viaggio dalla meta incerta: una nonna scorbutica, una zia avida, un fidanzato misterioso. Accomunati dalla solitudine e dal bisogno di amore, i due si scopriranno poco a poco, inaspettatamente, un padre e una figlia.


OMAGGI

Omaggio ad Adriana Asti
DONNA FABIA
di Marco Tullio Giordana, Italia, 2018, 37’
Cast: Adriana Asti, Andreapietro Anselm
La marchesa Fabia Fabroni di Fabriano si lamenta con don Sigismondo, prete di casa, della generale decadenza della società e dei costumi. In attesa che il pranzo sia servito, Donna Fabia racconta l’umile preghiera che ha rivolto a Dio perché perdoni i pezzenti che l’hanno offesa. Ispirato alla poesia “Offerta a Dio (La preghiera)” di Carlo Porta.

Omaggio a Flavio Bucci
FLAVIOH – TRIBUTO A FLAVIO BUCCI
di Riccardo Zinna, Italia, 2018, 80’
Racconto dell’uomo e dell’artista, in un viaggio on the road tra luoghi e persone che hanno segnato la sua vita personale e artistica. Fuoriclasse e antidivo che ha interpretato un’infinità di tipi umani, che ha coprodotto il primo film di Nanni Moretti, sposato una principessa vera, che ha prestato la sua voce a Travolta, Depardieu, Stallone. Flavio non si può non raccontarlo! Lo ha fatto magistralmente il regista e attore Riccardo Zinna, recentemente scomparso.

Omaggio a Carlo Vanzina
SAPORE DI MARE
di Carlo Vanzina, Italia, 1983, 92’
Cast: Jerry Calà, Christian De Sica, Marina Suma, Virna Lisi, Karina Huff, Isabella Ferrari
A pochi mesi dalla prematura scomparsa, la Festa del Cinema di Roma rende omaggio a Carlo Vanzina, regista cult della commedia italiana degli anni Ottanta e Novanta, insieme al fratello Enrico con cui negli anni ha firmato le sceneggiature di decine di film campioni d’incassi. Per l’occasione viene riproposto uno dei loro maggiori successi Sapore di mare, a trentacinque anni dall’uscita. A Forte dei Marmi, nel corso di un’estate degli anni ’60, si intrecciano le storie di diversi personaggi. C’è l’abbiente famiglia lombarda dei Carraro, con i goliardici fratelli Luca e Felicino. Da Napoli arrivano i Pinardi, con gli ingenui fratelli Marina e Paolo. C’è il genovese Gianni, la bella e acerba Selvaggia, la matura e attraente Adriana, borghese annoiata; e poi i due inseparabili marchesini Pucci, Maurizio, detto Ciccio; Cecco il fotografo... Sapore di mare, divenuto un film di culto, ricco di classiche canzoni anni ’60, di macchiette e caratteristi impressi nei ricordi del pubblico, rinverdisce la commedia di villeggiatura degli anni ’50, e lascia nella memoria uno struggente incontro finale, un ultimo scambio di sguardi tra Jerry Calà e Marina Suma, che riecheggia una “celeste nostalgia” per la giovinezza scivolata via, per le occasioni perdute, per gli amori mancati.

INCONTRO | L’ITALIA NELLO SPECCHIO DEI VANZINA
Prima della proiezione, due autori di successo, capaci di fissare su carta l’evoluzione del costume, Chiara Gamberale e Diego De Silva, dialogheranno con il critico cinematografico Alberto Crespi e con lo scrittore Paolo Di Paolo intorno all’ampio lavoro dei Vanzina. Scegliendo una scena del cuore, e interrogandosi su come – nel bene e nel male, divertendo e talvolta irritando – nello specchio dei loro film si sia riflessa qualche verità (anche sgradevole) che ci riguarda. Nella stessa giornata, nell’ambito della manifestazione “Accadrà sul Red Carpet”, Via Condotti rende omaggio al regista scomparso con una mostra di fotografie che lo ritraggono sui set e con la famiglia e di locandine dei suoi celebri film. L’evento è realizzato con l'aiuto del fratello Enrico Vanzina e di Medusa.

Omaggio a Vittorio Gassman
"SONO GASSMAN!" VITTORIO RE DELLA COMMEDIA
di Fabrizio Corallo, Italia, 2018, 90’
A diciott’anni dalla sua scomparsa, Vittorio Gassman viene rievocato nel suo intenso percorso di protagonista del cinema e del teatro con particolare riferimento agli anni d'oro dei film brillanti della "commedia all'italiana". Attraverso le testimonianze di familiari e colleghi, brani di film, spettacoli teatrali e programmi tv emerge il ritratto di un estroverso "mattatore" ma anche di un uomo più segreto e vulnerabile.

In occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale 2014/2018
LA GRANDE GUERRA
di Mario Monicelli, Italia, Francia, 1959, 135’
Cast: Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Silvana Mangano, Folco Lulli, Romolo Valli, Bernard Blier
A cento anni dall’epilogo della prima guerra mondiale, la Festa del Cinema la ricorda con La grande guerra di Mario Monicelli, nella versione lunga ricostruita con un restauro realizzato da Aurelio De Laurentiis e dalla Cineteca Nazionale, con la supervisione del direttore della fotografia Giuseppe Rotunno. Leone d’oro 1959 ex aequo con Il Generale della Rovere di Roberto Rossellini, il film di Monicelli è uno dei primi del cinema italiano ad affrontare un tema fino ad allora considerato tabù, i massacri del conflitto ’14-’18, e lo fa con un affresco corale in equilibrio fra il realismo della tragedia e il cinismo beffardo della commedia, fra epica e antiretorica, guardando la guerra dal basso delle trincee, raccontando aneddoti ora umoristici ora amari, parlando la varietà delle lingue dialettali in un periodo in cui in Italia si stava diffondendo una lingua unitaria, seguendo personaggi che sono tipi, maschere, macchiette e insieme figure umane vere, come i due protagonisti, il milanese Giovanni e il romano Oreste (interpretati rispettivamente da Vittorio Gassman e Alberto Sordi), due fanti che cercano continuamente di imboscarsi, due opportunisti lavativi e codardi che, catturati dagli austriaci, muoiono da eroi, trovando il riscatto in un lampo di fierezza, in uno sbocco di dignità personale. Il film di Monicelli, mostrando campi di battaglia che si palesano come sporchi e fangosi mattatoi, pronuncia il rifiuto caustico e al contempo accorato di una guerra sanguinaria e assurda come tutte le guerre.


OMAGGIO A CINECITTA' FUTURA

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA
di Sergio Leone, Italia, Stati Uniti, Canada, 1984, 229’
Cast: Robert De Niro, James Woods, Elizabeth McGovern, Joe Pesci, Burt Young
Per girare il film summa e testamento di Sergio Leone furono necessari nove mesi di riprese. A Cinecittà lo scenografo Carlo Simi ricostruì il Lower East Side, il quartiere ebraico di New York, scenario delle scorribande della piccola banda di ragazzini capeggiati da Max e Noodles nei ruggenti anni Venti.


di Federico Fellini, Italia, Francia, 1963, 138’
Cast: Marcello Mastroianni, Anouk Aimée, Sandra Milo, Claudia Cardinale, Rossella Falk, Barbara Steele, Guido Alberti
“Fellini godeva solo quando era chiuso a Cinecittà a inventarsi il suo mondo. E quando non poteva farlo, gli mancava”, ha scritto Goffredo Fofi. È un legame indissolubile quello che ha legato il regista riminese a Cinecittà. In le scenografie di Piero Gherardi, allestite nello Studio 5, danno forma concreta all’universo privato, onirico e surreale di Fellini e del suo alter ego Guido Anselmi, interpretato da Marcello Mastroianni.

BELLISSIMA
di Luchino Visconti, Italia, 1951, 114’
Cast: Anna Magnani, Walter Chiari, Tina Apicella, Gastone Renzelli, Alessandro Blasetti, Corrado Mantoni
Cinecittà come luogo che fabbrica sogni ma anche illusioni e cocenti delusioni. La rincorsa sfrenata al successo, all’epoca punto di arrivo per buona parte degli italiani, offre a Visconti lo spunto per un ritratto grottesco e impietoso, sospeso tra melodramma e neorealismo, sui falsi miti del cinema.


RESTAURI

L’AMORE MOLESTO
di Mario Martone, Italia, 1995, 104’
Cast: Anna Bonaiuto, Angela Luce, Peppe Lanzetta, Licia Maglietta, Gianni Cajafa, Lina Polito
La Festa del Cinema ripropone un esempio di incontro fecondo tra cinema e letteratura, L’amore molesto, opera seconda di Mario Martone, tratto dal primo romanzo di Elena Ferrante. Da un libro scritto, come i successivi di Ferrante, in prima persona, nella forma intima del diario, con continui andirivieni tra presente e passato, centrato sul corpo femminile, sulla ricerca di sé attraverso il nodo della radice materna, Martone trae un film pulsionale, materico, carnale, che scandaglia il dentro attraverso il fuori, che sviscera l’anima attraverso il corpo, la pelle, i vestiti, e che è allo stesso tempo il ritratto della città di Martone e di Ferrante, Napoli, mostrata nei suoi vicoli e sotterranei labirintici, brulicante, caotica, turbolenta, perturbante. Film e libro raccontano di Delia, quarantenne dalla femminilità congelata, che torna a Napoli, da cui si è allontanata da tempo, per i funerali della madre, Amalia, morta annegata, forse suicida, e indaga sugli ultimi giorni della sua vita per far luce su una morte misteriosa, scavando nel passato remoto, ricordando la gioventù di una madre sensuale, esuberante, gioiosa, oppressa dal marito geloso e da un mondo di maschi prevaricatori. Delia compie un percorso di ricerca e svelamento di sé, che la porterà a far riemergere segreti, bugie, traumi, sensi di colpa, violenze rimosse, e a riscoprire se stessa identificandosi nella madre. L’amore molesto di Mario Martone sarà alla Festa in occasione dell’Incontro Ravvicinato con il regista, con il restauro in 2K eseguito da Lucky Red in collaborazione con 64 Biz e Augustus Color. La riedizione del film vede inoltre l’intervento dell’autore e del direttore della fotografia sugli inserti del passato del film, che sono stati riportati in bianco e nero come da sceneggiatura originale.

ITALIANI BRAVA GENTE
di Giuseppe De Santis, Italia, URSS, 1964, 146’
Cast: Arthur Kennedy, Zhanna Prokhorenko, Raffaele Pisu, Tatyana Samoylova, Andrea Checchi, Riccardo Cucciolla
La Festa del Cinema ripropone Italiani brava gente di Giuseppe De Santis, uno dei massimi autori del cinema neorealista, nella versione restaurata da Genoma Films in collaborazione con Cineteca Nazionale. Il film racconta la campagna italiana di Russia, che rappresentò la partecipazione italiana all’operazione tedesca contro l’URSS nel 1941, e che si concluse con la disfatta italiana nel 1943. Il fatto storico è narrato attraverso l’odissea di un reggimento italiano composto da soldati diversi per provenienza regionale ed estrazione sociale, inviati in Unione Sovietica a seguito delle forze tedesche. Il viaggio verso il fronte orientale è accompagnato da un allegro ottimismo, spezzato poi da una realtà lontana da quella sperata, dalle aspre condizioni climatiche, dalle violenze dei nazisti, dai rapporti sempre più tesi fra tedeschi e italiani. Alla grande storia collettiva, si mescolano le piccole storie individuali degli uomini del reggimento. Attraverso una narrazione corale fatta di episodi, di quadri, di una espressiva galleria di personaggi, De Santis persegue la sua idea di un cinema che rilegga i generi, gli stili, le forme dell’arte e della cultura popolare in una chiave ideologica e didattica con la quale aprire la porta ai temi dell’internazionalismo contadino e operaio e ai valori della solidarietà e della fratellanza.

SAN MICHELE AVEVA UN GALLO
di Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Italia, 1972, 90’
Cast: Giulio Brogi, Daniele Dublino, Renato Cestiè, Vito Cipolla, Virginia Ciuffini, Renato Scarpa
La Festa del Cinema di Roma rende omaggio a Vittorio Taviani, recentemente scomparso, attraverso uno dei capolavori realizzato con il fratello Paolo e restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale. Il film dei fratelli Taviani, “utopisti, esagerati” (come li definì Lino Miccichè), “sovversivi” (riprendendo il titolo di un altro loro film) del cinema italiano, viene presentato alla Festa da Martin Scorsese, che in questa occasione ne celebra l’opera. Nel 1870, Giulio Maineri, anarchico borghese, organizza una rivolta in un paesino, ma l’impresa fallisce e Maineri viene condannato all’ergastolo. Dieci anni dopo, durante il trasferimento in un altro carcere, Maineri incontra un gruppo di giovani ribelli detenuti, che sconfessano e irridono il suo idealismo utopico, preferendo una strategia rivoluzionaria più razionale, concreta e pragmatica. Maineri, distrutto dal confronto con la realtà e con la storia, sentendosi ormai inutile e vedendo il superamento dei suoi ideali, si uccide. Rilettura rigorosa e austera del ’68 e degli anni successivi, San Michele aveva un gallo è un film sul contrasto dialettico tra utopia e storia, tra immaginazione e realtà, tra passato e presente, è un canto funebre sulla figura del rivoluzionario romantico e sul sogno di una rivoluzione mancata e perduta.

IL TEMPO SI È FERMATO
di Ermanno Olmi, Italia, 1963, 83’
Cast: Natale Rossi, Roberto Seveso, Paolo Quadrubbi
La Festa del Cinema rende omaggio a Ermanno Olmi, recentemente scomparso, con la proiezione di Il tempo si è fermato restaurato dalla Cineteca di Bologna. Dopo aver esordito alla regia con dei documentari industriali per la sezione cinema della Edisonvolta, Olmi trasforma l’ennesimo documentario nel suo primo lungometraggio a soggetto, Il tempo si è fermato, del 1963, che racconta con stile rigoroso la creazione di un legame umano sullo sfondo della maestosa solitudine delle montagne, nel silenzio scalfito solo dal respiro del vento e dalle brevi frasi dei due protagonisti, in un mondo lontano dal rumore della modernità. Sul monte Adamello, in Lombardia, durante la pausa invernale nei lavori di costruzione di una diga, i guardiani Natale e Salvetti si occupano della custodia del cantiere; Salvetti torna a valle perché la moglie ha partorito, e viene sostituito da Roberto, un giovane studente. Il ragazzo è espansivo e chiassoso, e inizialmente il taciturno Natale lo tollera a stento, ma, dopo gli iniziali dissapori, tra i due nasce un rapporto di solidarietà e di affetto. Parabola sul rapporto tra l’uomo e la natura, Il tempo si è fermato è un film che, come Olmi continuerà a fare nelle sue opere successive, trova il sacro nella realtà, ed è una riflessione sul tempo che, come nelle Confessioni di Sant’Agostino, è sentito come un’estensione dell’anima: “In te, anima mia, misuro il tempo”.


RIFLESSI

L’ANTI-SCIENZA – IL CASO ILARIA CAPUA
di Stefano Pistolini, Massimo Salvucci, Italia, 2018, 54’
Il rapporto degli italiani con la Scienza è di diffidenza. Basti pensare ai vaccini. Ma il caso di Ilaria Capua, virologa di fama internazionale travolta da un falso scandalo mediatico che l’ha bollata come trafficante di virus, è esemplare. Ora Ilaria ricostruisce la vicenda e ne elabora gli insegnamenti. E un gruppo di autorevoli testimoni analizzano un sentimento collettivo: in Italia è più facile fidarsi di una fake news che di uno scienziato?

AS TIME GOES BY – L’UOMO CHE DISEGNAVA SOGNI
di Simone Aleandri, Italia, 2018, 75’
Silvano Campeggi, in arte Nano, è stato l’ultimo grande illustratore del cinema. I suoi manifesti - da Via col Vento a West Side Story, passando per Casablanca e Ben Hur - hanno fatto sognare generazioni di spettatori prima ancora di entrare in sala. Artista prolifico ha attraversato il Novecento con la matita in mano, lavorando ogni giorno fino a novantacinque anni. Questo documentario è un viaggio nella sua vita e nell’immaginario del ventesimo secolo.

GIOSETTA FIORONI – POP SENTIMENTALE
di Gabriele Raimondi, Italia, 2018, 55’
Giosetta Fioroni è l'ultima esponente della scuola di Piazza del Popolo, l'unica donna del gruppo che è stato la risposta italiana alla Pop Art. Il documentario ripercorre la sua vita d'artista. Attraverso i ricordi della Fioroni riviviamo una stagione dell'arte e della cultura italiana. Giosetta racconta di Mario Schifano, di Federico Fellini e di Marcel Duchamp. Su tutti il ricordo dell'amore per il compagno, lo scrittore Goffredo Parise, con cui ha attraversato con leggerezza e lucidità i conflitti sociali e ideologici di quegli anni.

THE KING OF PAPARAZZI RINO BARILLARI
di Giancarlo Scarchilli, Massimo Spano, Italia, 2018, 75’
Rino Barillari è il più famoso paparazzo del mondo ancora in attività. Lo stesso Federico Fellini (che aveva “inventato” i paparazzi col suo memorabile film-affresco La Dolce Vita) lo aveva definito “The King of Paparazzi”. Attraverso i suoi scatti, aveva fissato più di mezzo secolo di accadimenti legati al costume, raccontando con inconsapevole lucidità la nostra storia attraverso foto, spesso inedite, caratterizzate da un forte impatto visivo ed evocativo.

LINFA
di Carlotta Cerquetti, Italia, 2018, 52’
Un documentario musicale sulla scena underground femminile di Roma Est, sulla passione per l’arte e la musica, sulla libertà di essere ciò che vogliamo al di là dei ruoli stereotipati e sulla scelta di seguire i propri talenti e desideri – che danno linfa alla nostra esistenza – nonostante i sacrifici che questo può comportare. Una storia di libertà e di resistenza artistica, ambientata nei quartieri di Roma dove si è combattuta la Resistenza.

MUSE E DEI
di Gianfrancesco Lazotti, Italia, 2018, 78’
Catherine è sicura che Risi nascondesse un mistero, Ornella che non fosse affatto cinico, come si dice, Fanny dice che Scola la sapeva ascoltare, Stefania invece confessa che Scola è ancora il suo confidente immaginario, Caterina afferma che quando Antonioni ti guardava avevi la sensazione di essere unica... Poi ancora Alessandra, Isabella, Giovanna, Paola, Monica, ognuna con qualcosa di personale da dichiarare sul loro maestro.

LA STORIA QUASI VERA DI STEFANO BENNI – LE AVVENTURE DEL LUPO
di Enza Negroni, Italia, 2018, 70’
In un documentario biografico Stefano Benni si svela attraverso un viaggio nei suoi luoghi dell'anima, insieme ad amici, scrittori e musicisti, tra cui Daniel Pennac, Alessandro Baricco e Angela Finocchiaro. Un incontro molto ravvicinato dal quale emerge una sua visione del mondo, la sua particolare scrittura e poliedrica personalità. E, non ultima, la ragione del suo soprannome Lupo.

IL MARE DELLA NOSTRA STORIA
di Giovanna Gagliardo, Italia, 2018, 94’
C'è un luogo che guarda l'Italia e che dall'Italia è guardato. Uno sguardo fatto di brame, di scontri, incontri e seduzioni. Uno sguardo che ha significato l'inferno della guerra e l'eden di una nuova piccola patria. Questo luogo è la Libia. Il film, attraverso immagini d'archivio, sequenze d'attualità, testimonianze d'eccezione, ne racconta la storia tumultuosa, e di più: racconta perché e come questa storia riguardi in modo non marginale l’Italia e gli italiani.

TRE QUARTINE E UN ADDIO
di Fariborz Kamkari, Italia, 2018, 65’
Cast: Elettra Falzetti, Manuela Cossu, Fabio Massimo Falzetti, Daniela Belletti
Una famiglia romana è travolta da un lutto inaspettato. Elettra, dodici anni, si aggira tra i suoi famigliari a pezzi, piena di domande. Ognuno degli adulti cerca di farle accettare la morte della nonna proponendo punti di vista razionali, religiosi, pragmatici, senza grande successo. Un ritratto di famiglia oggi a Roma: sette personaggi diversi, alle prese con un’adolescente inquieta. Elettra alla fine riesce a costruire il suo racconto sulla morte. E forse, diventa adulta. 

TRENO DI PAROLE
di Silvio Soldini, Italia, 2018, 58’
Raffaello Baldini, poeta tra i maggiori del secondo ‘900, scriveva nel dialetto di Santarcangelo di Romagna. Canta dello spaesamento, delle nevrosi dell’uomo contemporaneo con sofferta ironia e a tratti con irresistibile comicità. Attraverso le testimonianze, le poesie da lui lette, frammenti dei monologhi, paesaggi romagnoli, questo film rende omaggio a un poeta ancora ingiustamente sconosciuto.

LE VIETNAM SERA LIBRE
di Cecilia Mangini, Paolo Pisanelli, Italia, 2018, 30’
Nel 1964-65, i registi Lino Del Fra e Cecilia Mangini vissero per tre mesi nel Vietnam del Nord in guerra con gli Stati Uniti per effettuare i sopralluoghi per un documentario. Furono poi rimpatriati insieme a tutti gli stranieri presenti ad Hanoi. Il loro film non fu più girato, ma Cecilia realizzò un reportage fotografico, ancora in buona parte inedito. Quella guerra, quella resistenza, quel popolo in armi rivivono attraverso scatti, scritti e ricordi.

WOMANITY
di Barbara Cupisti, Italia, 2018, 90’
Womanity racconta la “forza positiva” che le donne esercitano nella società: nell’ambito familiare come nelle comunità, nei luoghi di lavoro come nella politica. Una forza e un’azione positiva in grado d’agire nonostante le numerose difficoltà che le donne, ancor oggi, si trovano a dover affrontare, vuoi per motivi religiosi, politici o culturali.