ACCADEMIA DEL CINEMA ITALIANO
PREMI DAVID DI DONATELLO

PERCHè DOVRESTE VOTARCI !?

Uno spazio dove produttori, autori, registi, attori e tecnici tutti possono sponsorizzare il lavoro svolto nella realizzazione di un film in concorso ai Premi David di Donatello 2018.
L'importante è che lo facciano con garbo ed ironia.

Inviare una mail a: webmaster@daviddidonatello.it

SICILIAN GHOST STORY
Regia: Fabio GRASSADONIA - Antonio PIAZZA


Gentili Giurate, gentili Giurati,

lieti di concorrere ai David di Donatello 2018, desideriamo segnalare alla vostra attenzione il nostro film Sicilian Ghost Story, una favola d’amore che riporta alla luce la storia del dodicenne Giuseppe Di Matteo, vittima di uno dei più crudeli delitti di mafia.

Opera seconda di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, già autori del pluripremiato Salvo, Sicilian Ghost Story è stato selezionato al Festival Internazionale di Cannes dove ha aperto la Semaine de la Critique, onore per la prima volta riservato ad un film italiano. Il direttore della sezione Charles Tesson nel presentarlo lo ha definito “Un film incredibile, capace di combinare sguardo politico, fantasia e storia d’amore con potente maestria”.

Uscito nelle sale italiane il 18 maggio, il film ha preso parte a importanti Festival Internazionali tra cui il London BFI Film Festival; Chicago Intl. Film Festival; Festival Intl. De Cine de Mar del Plata; Sevilla Fest de Cine ed è stato venduto in più di venti Paesi.

“In Sicilian Ghost Story, co-directors Fabio Grassadonia and Antonio Piazza’s superb follow-up to 2013’s Critics’ Week prizewinner Salvo… Sicilian Ghost Story deserves a conspicuous place on international art-house screens”. Jay Weissberg, Variety, May 19th 2017.

Il film è disponibile sulla piattaforma dei David di Donatello.

Grazie per l’attenzione.

TRAILER
https://www.youtube.com/watch?v=OUgv8F8tzDk

CLIPS
CLIP1
https://vimeo.com/252754463

CLIP2
https://vimeo.com/252754704

CLIP3
https://vimeo.com/252755069

CLIP4
https://vimeo.com/252755375

FB
https://www.facebook.com/GrassadoniaPiazza/

RASSEGNA STAMPA

PRESSBOOK

THE HABIT OF BEAUTY
regista esordiente Mirko Pincelli


Gentile Giurata, Giurato,
In occasione delle prossime candidature, è con orgoglio che vorremmo segnalarTi il film

“THE HABIT OF BEAUTY” di Mirko Pincelli

che Europictures ha distribuito in sala nella stagione scorsa. Purtroppo, come spesso capita con film indipendenti, il film ha avuto una diffusione limitata.
Europictures però, da sempre attenta ai nuovi talenti, crede che il film rappresenti un’opera prima di grande qualità e segnali un nuovo autore che - ci auguriamo - nei prossimi anni ci regalerà nuove opere pregevoli.

“The habit of beauty” è un intenso dramma famigliare. Un film che affronta il dolore di una perdita ma lo fa con uno stile secco, intenso e senza sbavature.
Tra gli interpreti una brava
FRANCESCA NERI (attrice protagonista)
che si è messa coraggiosamente in gioco;
determinanti anche i ruoli di
VINCENZO AMATO (attore protagonista)
ELENA COTTA (attrice non protagonista)

Al film hanno collaborato anche alcuni professionisti di grande talento che vorremmo segnalarTi:
Primo fra tutti FABIO CIANCHETTI (fotografia), che ha confermato la sua mano personale e inconfondibile;
ESMERALDA CALABRIA (montaggio) autrice di un montaggio sospeso e poetico;
GRAZIA MATERIA (costumi) che ha dato al film realismo e verità;
FRANCESCA TAMPIERI ( hair stylist & make-up) con il suo stile ha reso unico ogni personaggio della storia.

Il film è una co-produzione Italia–Gran Bretagna realizzata dalla sempre coraggiosa ORISA PRODUZIONI, che ha spesso dato spazio a nuovi talenti.

Speriamo che Tu apprezzerai “The habit of beauty”, disponibile sulla piattaforma David, e lo vorrai considerare fra le Tue candidature.

Lucy De Crescenzo

CHI SALVERA' LE ROSE?
regista esordiente Cesare FURESI


Mi chiamo Carlo Delle Piane, compio 82 ani il prossimo febbraio, e sempre in quel mese faccio 70 anni esatti di carriera. Era il 1948, quando venni scelto da Vittorio De Sica e Duilio Coletti per interpretare il ruolo di Garoffi nel film Cuore. Da allora a oggi 105 film. In pratica ho avuto solo una vita, quella del cinema, non ne conosco altre.

Mancavo da un po’ e un regista in carrozzina mi ha convinto. Dice che dalla sua posizione vede più cielo di noi, per questo è ottimista. Abbiamo fatto un film, la sua opera prima, con il quale avrei voluto chiudere il mio lungo percorso. Un film difficile, con pochissimi soldi, girato in Sardegna, in 21 giorni, con altri due ultra ottantenni: Lando Buzzanca in una splendida prova d’attore, e Philippe Leroy, inossidabile come sempre. Ad abbassare la media, una splendida e verace Caterina Murino, che gioca in casa. Poi, un giovane promettente sardo, Antonio Careddu, la spigliata Guenda Goria, Eleonora Vallone, Massimiliano Buzzanca e altri ancora.

Un film che racconta l’amore con toni poetici e delicati in una famiglia arcobaleno ante litteram, con un sacco di casini, come in tante famiglie. Cercare di risolverli quando si ha poco tempo non è facile, ma bisogna provarci sempre. Il finale a sorpresa fa riflettere e discutere.

Sono stati tutti molto bravi e le tre nomination ai Globi D’Oro lo certificano, ma lasciatemelo dire, io personalmente sono convinto di aver espresso la più alta interpretazione della mia vita.

Non vi chiedo di votarci, ma di guardarci. Se poi ci scappa il voto, anticipatamente ringraziamo, tutti.

Buon lavoro e auguri a tutti voi

Carlo Delle Piane

P.s. Il film è sulla piattaforma David.

LA VERITA' VI SPIEGO SULL'AMORE
regista Max CROCI


La verità vi spiego sul MIO amore
Letterina ai giurati.

Cari giurati,
vi rubo qualche istante per raccontarvi una storia d’amore.

La mia, per il cinema.
Un’ossessione (ovviamente magnifica) che mi divora dal primo giorno di set, dall’ormai lontano 1995. Da allora il cuore non ha mai perso un battito e continua a pulsare, folle d’amore per il cinema.

E’ una storia d’amore che negli anni è diventata un ménage à trois, poi a quattro, a cinque… Una storia d’amore condivisa anno dopo anno con persone magnifiche che mi hanno aiutato ogni giorno. Su di loro vorrei portare la vostra attenzione, sul loro talento e sul loro prezioso lavoro. E vi chiedo di guardare questo mio film, “La verità vi spiego sull’amore”, principalmente per loro…

Per gli attori che ho amato ed amo, per Enrica Tesio e Federico Sperindei, per il sostegno dei produttori Guglielmo Marchetti e Andrea Borella, per la fotografia superpop di “Zazà” (Fabio Zamarion), per il montaggio di Giuseppe Trepiccione, per la fedele e sempre preziosa Marilù Paguni, per le musiche di Alessandro Faro, per i fantastici costumi di Alessandra Robbiati, le scenografie di Walter Caprara, il suono di Guido Spizzico e di Francesco Tumminello, il trucco e la cura di Ermanno Spera…

E poi è una commedia… e in questo periodo si sta un gran bene!

Buona visione e Buon anno.
W il cinema italiano.
Un abbraccio e grazie.
Max Croci

Il film è sulla piattaforma David

Moglie e Marito
Regista esordiente Simone Godano



Quando abbiamo letto la sceneggiatura, propostaci da Giulia Steigerwalt, il colpo di fulmine è stato immediato. Era un film classico, “high concept”, contemporaneamente sincero ma divertente, commovente e profondo. Una pellicola che utilizza il genere per andare oltre, per parlarci di noi. E Simone Godano, regista esordiente in un lungometraggio, non ha avuto paura di affrontare una sfida così alta: unire l'inverosimile al reale, in una pellicola che rimane in primis una commedia romantica, come non se ne fanno spesso. Un film che parla di crisi di coppia e di amore, ma anche di talento e speranza, tutto senza tradire mai la voglia di evasione del pubblico cinematografico. Un film “demodé ma moderno, elegante ma sgangherato”, come lo ha definito il regista. E il bello del cinema è anche questo: non dover rispettare rigide regole, ma avventurarsi in un genere non propriamente riconoscibile, dove il pubblico può divertirsi ma anche credere a quello che sta vedendo. Credere alla storia di due persone che sono entrate l'una nel corpo dell'altra.

Kasia Smutniak e Pierfrancesco Favino, due protagonisti assoluti del nostro cinema, si sono lasciati guidare da Simone in questo percorso ad ostacoli, dal quale entrambi sono usciti più che vincitori. Le difficoltà attoriali oggettive nel dover raccontare questo scambio sono state superate da Kasia e Pierfrancesco con talento ed estro, ma anche con sensibilità e passione, riuscendo ad apparire credibili e allo stesso tempo esilaranti, senza scadere negli stereotipi di genere. E questo è stato il frutto di una preparazione meticolosa ognuno del proprio personaggio e insieme come coppia, studiandosi a fondo, per creare quella veridicità e complicità che sono la base di tutto il film.

Avevamo gli ingredienti perfetti per realizzare una pellicola di cui andare fieri: una sceneggiatura brillante, un regista giovane e caparbio, una squadra di professionisti invidiabile e due protagonisti unici, che non si sono risparmiati ma che hanno donato tutta la loro esperienza e il loro divertimento ad ogni ciak. Il pubblico e la critica hanno risposto con entusiasmo a questa proposta così particolare, confermando che il nostro cinema è già pronto ad andare oltre le attese, oltre il prevedibile, conquistando sempre più spazio con idee classiche che divengono innovative attraverso cura e passione.

Trovate il film e le interviste di backstage nella sezione Video riservata ai giurati.

Smetto Quando Voglio Saga
Regia di Sydney Sibilia



Quest’anno Smetto Quando Voglio Masterclass e Smetto Quando Voglio Ad Honorem concorrono uniti ai David di Donatello con il titolo Smetto Quando Voglio Saga. Non potrebbe essere altrimenti perché dalla scrittura alla preparazione, dalle riprese alla post-produzione, i due capitoli sono indissolubilmente legati. Sono in sostanza un unico grande film, uscito al cinema in due momenti diversi, per un'operazione praticamente mai tentata dal nostro cinema, fatta da professionisti che hanno, senza eccezione alcuna, firmato ambo le pellicole.
Dopo l’uscita di Smetto Quando Voglio, nel 2014, ci siamo ritrovati così grati per l’affetto con il quale erano stati accolti la nostra storia e i nostri personaggi, che abbiamo pensato di espandere l’universo della prima pellicola, tentando di innovare e rompere completamente gli schemi, le regole e le tradizioni della nostra cinematografia, esattamente come il primo capitolo aveva fatto con la commedia italiana cui eravamo abituati.
Non volevamo fare un sequel: volevamo creare una Saga, forse la prima fatta in Italia. L’ambizione era quella di pensare a tre film che, pur mantenendo una fortissima base comedy, andassero in tre direzioni diverse. Tre atti in cui la commedia italiana venisse contaminata dai riferimenti alle serie tv, ai film poliziotteschi di genere e alle saghe americane stile Marvel. Il risultato sono tre film che hanno vita autonoma ma che allo stesso tempo fanno parte e creano un unico universo, fatto di amore per il nostro cinema “classico” e di dedizione finalizzata a dare al pubblico qualcosa in più di quello che è abituato a vedere.

La realizzazione di Smetto Quando Voglio Saga ha rappresentato un momento di grande sperimentazione sia creativa che produttiva ed è stata per tutta l’industria, per gli autori e per le maestranze, l’occasione per misurarsi con un progetto ambizioso e complesso, pieno di accorgimenti tecnici raramente adottati dal cinema italiano.
Ci sono voluti un anno di scrittura, mesi di preparazione, 14 settimane di riprese back to back, una Banda di attori che si è spesa moltissimo ed una squadra di grandi professionisti che ci ha messo quel cuore e quell’esperienza che tutto il mondo del cinema invidia al nostro paese. Dalla produzione al montaggio, dalla fotografia alla scenografia, dai costumi all’audio e alla post: tutto ha concorso affinché i due film insieme apparissero come un percorso coerente e allo stesso tempo dirompente. La scrittura e la regia sono state dettagliate, approfondite e innovative, così come l'impianto produttivo, nuovissimo per il nostro paese (riprese appunto unite, back to back) e l’enorme sforzo tecnico, sempre al servizio dell'idea registica. Tutti i capi reparto hanno raccolto dalla propria esperienza, ma hanno anche cercato di andare oltre, per donare allo spettatore qualcosa che a volte manca nei film italiani: un’esperienza cinematografica unica, un progetto ed una sfida che, speriamo, possa rimanere nel tempo. Per tutti noi fare cinema significa anche non avere paura di aprirsi a soluzioni diverse, complicate e forse un po’ folli, ma che a fine lavoro portano soddisfazione e anche un po’ di nostalgia. Sensazioni che ci spingono, ancora di più, ad amare il nostro lavoro ed il cinema tutto.

Trovate entrambi i film e i video di Backstage e di Making of delle scene più complesse nella sezione Video riservata ai giurati.

Finché c'è prosecco c'è speranza
Regista esordiente Antonio Padovan



GENTILE GIURATO
David di Donatello 2018
Siamo lieti di segnalare alla vostra attenzione la candidatura del Film
FINCHÉ C’È PROSECCO C’È SPERANZA
opera prima di
Antonio Padovan
con
Giuseppe Battiston
Teco Celio, Liz Solari, Roberto Citran, Silvia D'Amico, Babak Karimi, Gisella Burinato
e con la partecipazione di Rade Serbedzija

Finché c'è prosecco c'è speranza è un giallo, ma al tempo stesso un modo per puntare la lente d’ingrandimento su una realtà geografica poco esplorata dal cinema Italiano. È un’indagine impregnata di riflessioni sul futuro che vogliamo. Un inno all’andare piano, assaporando la vita. Un ritratto di un territorio ingarbugliato tra progresso e tradizione, tra eccellenze e vergogne. Una lettera d’amore autentica.

Chiediamo il vostro voto, per premiare un Film che forte del solo passaparola del pubblico ha saputo farsi strada nel box office italiano raggiungendo quasi 100mila spettatori. Un risultato eccezionale per un film che non ha potuto contare su nessuna forma di sostegno pubblico e non ha ricevuto contributi dai produttori di prosecco (per quanto paradossale possa sembrare), e nonostante tutto è riuscito a competere con i grandi titoli della stagione.

TRAILER
https://www.youtube.com/watch?v=7T-z98FZTHQ

RASSEGNA STAMPA
http://fincheceprosecco.it/rassegna-stampa/

website - facebook

Mi vedrai correre
cortometraggio - Regista Duccio Brunetti



Gentile Giurata, Giurato,
il mio nome è Duccio Brunetti e vi scrivo questa lettera di presentazione del cortometraggio "Mi vedrai correre", in concorso per il 2018.

Io sono il regista ma ho realizzato questa lettera insieme a tutta la crew della "The Stairway Productions". La nostra squadra ha residenza a Spoleto (Umbria) e noi tutti siamo figli di queste splendide terre che ci proteggono. Nel nostro cortometraggio abbiamo voluto però mostrare il loro lato più debole.
Quando nell'agosto del 2016 il centro Italia ha tremato, noi tutti siamo fuggiti dalle nostre abitazioni. Sono state giornate lunghe e snervanti, vivere era impossibile e la maggior parte delle persone dormivano in auto, evitando di stare in luoghi chiusi. Spinti da queste paure abbiamo deciso di parlarne con l'unico linguaggio che conosciamo, quello cinematografico. Il nostro intento è sempre stato di non fare leva sugli aspetti più drammatici ma di mostrare come si convive con un sisma. Questo breve filmato è un messaggio di speranza e un invito a resistere in situazioni difficili. Quando la terra trema, ci si sente minuscoli e impotenti. Abbiamo adottato un simbolo: il pane. Il pane di Spoleto è cotto a legna, senza sale, croccante fuori e morbido dentro. Ci è sembrato un richiamo estetico perfetto alla debolezza della terra sotto i nostri piedi.

Abbiamo caricato subito il cortometraggio sul web, per farlo arrivare lontano. Sono arrivati numerosi commenti e siamo entrati in contatto con le persone che li avevano scritti, cercando di conoscere, capire e condividere momenti che solo il dialogo con altri esseri umani può mitigare. Alcune riviste online ci hanno dedicato degli articoli e permesso di potenziare il nostro messaggio:

ilfattoquotidiano.it/2017/02/10/mi-vedrai-correre-il-cortometraggio-omaggio-ai-terremotati-dedicato-a-chi-continua-a-lottare/3380146/

deejay.it/news/mi-vedrai-correre-un-invito-a-resistere-in-un-corto-per-le-popolazioni-colpite-dal-terremoto/512361/

tpi.it/mondo/italia/terremoto-spoleto-video-cortometraggio

nocturno.it/mi-vedrai-correre/

Ora siamo qui, in concorso per la sezione cortometraggi, e speriamo che il nostro messaggio arrivi a voi. Noi continueremo a lavorare sodo, cercando di dare voce a chi resiste ogni giorno. Ancora grazie per la vostra attenzione e per avere accettato la nostra candidatura.
La crew THE STAIRWAY PRODUCTIONS

BRUTTI E CATTIVI
Regista esordiente: Cosimo Gomez



Gentile giurata, giurato,
Siamo lieti di segnalarvi per le prossime candidature il film:
BRUTTI E CATTIVI

Opera di esordio di Cosimo Gomez, 'Brutti e Cattivi' è una vulcanica commedia nera che, con toni grotteschi ed esilaranti mette in scena, attraverso un'ingegnosa rapina, il tentativo di riscatto sociale di un colorito gruppo di freaks.
Il film, il cui soggetto vinse il 'Premio Solinas - Storie per il cinema' nel 2012 è stato realizzato grazie a una coproduzione tra Italia, Francia e Belgio.

'Brutti e cattivi' ha partecipato alla 74a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e ad altri importanti festival internazionali tra cui lo Stockholm Film Festival 2017 e il Les Arcs International Film Festival.

Saremmo felici se voleste guardare anche il Backstage dove, oltre ad ascoltare le interviste degli attori, riteniamo si possa vedere bene il grande lavoro di preparazione che è stato svolto da tutti i reparti coinvolti nel film.

BACKSTAGE
https://www.youtube.com

Alleghiamo infine anche il trailer e una selezione di foto, disegni e storyboard del film.

TRAILER
https://www.youtube.com

FOTO, DISEGNI, STORYBOARD
https://www.dropbox.com

Buona visione e Grazie per l'attenzione.

VELENI
Regia: Nadia BALDI



Gentile GIURATO,
siamo lieti di segnalare alla sua attenzione la candidatura del Film
VELENI
diretto da Nadia Baldi

Un noir sensuale ed ironico, nel quale la bizzarria incontra il sapore attraente e pericoloso di segreti inconfessabili, dove la femminilità si mostra ammiccante, seduttiva e pericolosa ma anche coraggiosa, forte, creativa.
con la partecipazione straordinaria di Lello Arena, Tosca D’Aquino, Roberto Herlitzka e con Vincenzo Amato, Franca Abategiovanni, Giulio Forges Davanzati, Gea Martire, Annie Pempinello, Marina Sorrenti, Giuseppe Mannajuolo, Norman Mozzato, Rossella Pugliese.
Scritto da Ruggero Cappuccio e Nadia Baldi
dal soggetto di Augusto Caminito
direttore della fotografia Giovanni Ragone
scenografia Mariangela Caggiani
costumi Carlo Poggioli
acconciature Desiree Corridoni
trucco Franco Corridoni
musiche originali Marco Betta
montaggio Esmeralda Calabria
1951. Un paesino dell’Italia meridionale popolato da sole donne. Antonio, professore di lettere presso un collegio di gesuiti, torna nel suo paese per assistere al funerale di suo padre, il dottor Bonadies, medico condotto e psichiatra del villaggio, il quale è morto il giorno prima in circostanze misteriose. Il professore è deciso a conoscere le ombre che incombono sul passato di suo padre e sfida l’atmosfera surreale che la madre e la zia hanno attivato nella loro vita.

TRAILER UFFICIALE
https://www.youtube.com/watch?v=-K0prgoL914

Facebook: Veleni - Il film
https://www.facebook.com/VeleniIlFilm/

LASCIAMI PER SEMPRE
Regia: Simona IZZO



Carissimi Giurati,
la presente, per segnalarvi l’ultimo film di Simona Izzo (David di Donatello come miglior opera prima nel 1994 per “Maniaci sentimentali”, molte altre candidature come sceneggiatrice e autrice, tra gli altri, insieme a Diana, Tognazzi e Manfridi del film “Ultrà”, Orso D’argento a Berlino) “Lasciami per sempre” in concorso per il David di Donatello 2018, prodotto da Film9 con Rai Cinema e distribuito da Notorious Pictures.

Il film si avvale della partecipazione di Barbora Bobulova (candidata ai Nastri d’argento per la stessa opera), Max Gazzè, Valentina Cervi, Marco Cocci, Myriam Catania, Vanni Bramati, Andrea Bellisario e la partecipazione di Mariano Rigillo e Maurizio Casagrande.

Scritto dalla stessa Simona, è liberamente ispirato al suo romanzo “Baciami per sempre”, si pregia della fotografia di Tani Canevari, del montaggio di Lorenzo Peluso, delle musiche di Paolo Vivaldi e della canzone “Sul fiume", scritta e interpretata da Max Gazzè, che è anche candidato nella categoria migliore attore non protagonista.

La Sinossi
Cosa c’è di più pericoloso di un pranzo di famiglia?
Il pranzo di una famiglia allargata.


E’ quello che organizza Laura, insieme al compagno Nikos, per festeggiare i vent'anni del figlio, avuto dall’ex marito. Un party che sconfinerà in un confronto amaro ma salvifico di tutti i componenti di quella che, più che una famiglia, sembra una minoranza etnica. Tra ex mariti, ex cognati, sorelle, cugini, un padre tentato dal suicidio e una ragazzina che fa irruzione, creando un picaresco equivoco, assisteremo al disfacimento e alla ricomposizione di un gruppo che ritrova il suo centro.
Se è vero che amarsi per sempre è difficile, lasciarsi per sempre è impossibile.

Vi segnaliamo inoltre le candidature:
- Barbora Bobulova: miglior attrice protagonista
- Max Gazzè: miglior attore non protagonista
- Tani Canevari: miglior fotografia
- Simona Izzo - Matteo Bondioli: miglior sceneggiatura
- Andrea Bellisario: miglior attore protagonista
- Lorenzo Peluso: miglior montaggio
- Paolo Vivaldi: migliore colonna sonora

Sperando possiate gradirne la visione, sulla piattaforma dei David di Donatello e in seguito, la messa in onda a su Sky Cinema, vi ringraziamo anticipatamente per l’attenzione, porgendovi cordiali saluti

Giorgio e Vanessa Ferrero

MALARAZZA - Una storia di periferia
Regia: Giovanni VIRGILIO



Gentile Giurata, Giurato,
In occasione delle prossime candidature, è con orgoglio che vorremmo segnalarTi il film

"MALARAZZA"
una storia di periferia


Tommasino Malarazza (David Coco) è il boss ormai in declino del quartiere Librino, a Catania. È sposato con la giovane Rosaria (Stella Egitto), che maltratta ogni giorno; da lei ha avuto un figlio, Antonino (Antonino Frasca Spada). La donna sogna per il ragazzo un futuro diverso da quello del padre, lontano dalla vita di strada che offre il quartiere, ma può contare solo sull’aiuto di suo fratello Franco (Paolo Briguglia), emarginato perché trans e residente a San Berillo. Quando Tommasino uscirà di scena, si aprirà una possibilità di cambiamento per tutti, ma la libertà non è sempre facile da ottenere.

Il film” – spiega il regista – “ci fa riflettere su quanto le periferie siano parte integrante delle città e che lo stato di degrado in cui sono lasciate non fa altro che aumentare ingiustizie e microcriminalità. Malarazza è una denuncia delle condizioni delle periferie urbane al fine di riflettere sulla crisi della legalità nelle aree più marginali dei territori, anche se spesso localizzate nei quartieri più centrali. Territori che domandano bellezza, giustizia e sicurezza per garantire un futuro e una speranza ai cittadini che vogliono affrancarsi dalla criminalità e dall’esclusione che logorano le loro vite. Sulla base della mia diretta esperienza ritengo che le amministrazioni locali facciano molto per ricucire gli strappi fra le periferie e il resto della città, ma purtroppo molte altre istituzioni restano a guardare. Come scriveva Italo Calvino, anche le più drammatiche e le più infelici tra le città hanno sempre qualcosa di buono. Quel qualcosa, però, dobbiamo scoprirlo e alimentarlo. Solo così avremo città migliori”.

Dicono di Malarazza...

“Questo film così duro, crudo, vero, pur suggerendo l’idea che ogni posto contiene in sé il seme di una possibile felicità, accende per un attimo il miraggio della fuga come unica salvezza: verso Genova, Berlino o verso un ricordo illusorio, la Catania passata, nobile, ricca e con cavalli meravigliosi. Malarazza È un urlo nella notte che prova a dirci che dobbiamo riavvicinare i luoghi che viviamo ai nostri sogni, usando la disperazione per coltivarne di più piccoli ma felici, semplici ma rivoluzionari, come leggere un libro nella notte, fare i compiti in silenzio con proprio figlio”.
Massimo Alvisi (architetto; nel 2014 collabora in qualità di tutor con Renzo Piano al “Progetto G124” per il recupero delle periferie in Italia).

“Malarazza evidenzia con durezza, ma non senza poesia, quanto la perifericità sociale, culturale ed economica non sia la cifra dei quartieri intorno alla città, ma anche dei centri storici. Ci sono paesaggi e vite interrotte. C’è il coraggio di avere paura. C’è la rivendicazione di un diritto alla vita che si traduce in un diritto a vivere la città. Personaggi fragili, ma non deboli, esprimono con forza il bisogno di essere riconosciuti, di non essere segregati. Malarazza ci consegna una serie di figure tradizionalmente vittime della cultura del più forte, figure alla ricerca di un risarcimento di dignità e di giustizia!”
Carlo Colloca (docente di Sociologia urbana, Università di Catania; nel 2014 collabora con Renzo Piano al “Progetto G124” per il recupero delle periferie in Italia, con particolare riferimento al quartiere catanese di Librino).

“La storia dei Malarazza appare segnata come in una moderna tragedia greca, in cui non c'è scampo alla Nemesi che si abbatte sui personaggi, grandiosi e fragili allo stesso tempo. Nel viaggio tra le anonime architetture di un quartiere periferico di Catania - che proprio per questo potrebbe essere ovunque - Virgilio ci conduce verso un itinerario di dissoluzione, in un film che si muove tra Pasolini e Fassbinder. È un appello epico e disperato; che lo si condivida o no, non possiamo non decidere"
Fabio De Chirico (storico dell'arte).

LE ORIGINI DELLA CINEMATOGRAFIA
Documentario - Regia: Jordan River



Gentile Giurata/o del David di Donatello,
si segnala che è disponibile il seguente link Vimeo dove è possibile visionare una versione del documentario "Le Origini della Cinematografia" che contiene contenuti esclusivi.
https://vimeo.com/233952507
(Password chiedere alla segreteria)
Tale versione contiene altresì i sottotitoli in inglese, per disattivarli fare click sul pulsante “CC” e selezionare ‘None’.
L’opera, frutto di intense ricerche con informazioni e documenti tratti da archivi, è un omaggio al cinema http://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/53/71988/le-origini-della-cinematografia.aspx Il sostegno che potrai esprimere al David di Donatello sarà alresì un riconoscimento per tante persone che hanno creduto nel sacrificio.
Gli Autori:
Fabrizio Natalini: Docente Universitario, Ricercatore in ‘Cinema, Fotografia e Televisione’ all’Università degli Studi di Roma nonché consulente scientifico ed esperto del rapporto tra letteratura e cinema. È autore di varie pubblicazioni nel campo della sceneggiatura e dei film italiani degli anni Sessanta.
Alberto Manodori Sagredo: Docente Universitario, Autore di varie pubblicazioni a carattere culturale e scientifico, già consulente scientifico del film ‘Julius Caesar’ per il circuito televisivo angloamericano. Membro del Comitato Scientifico del Comitato Nazionale per la Fotografia Italiana e la civiltà delle immagini, Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Cavaliere al merito della Repubblica. Medaglia d’Oro di prima classe “Benemerito della Cultura” concessa dal Presidente della Repubblica.
Alberto Zotti Minici: Docente universitario, vincitore di varie borse di studio, tra cui una all’University of Sussex di Brighton. Ha lavorato per anni sul rapporto tra la fotografia, il cinema e la storia della visione analizzando in particolare gli aspetti iconografici e iconologici delle varie forme di spettacoli ottici. È Direttore del Museo del Precinema ‘Collezione Minici Zotti’.
Michela Albanese: Scrittrice, Sceneggiatrice e Giornalista iscritta all’Albo nazionale. Ha ricevuto vari premi letterari e ha collaborato a numerose produzioni editoriali e cine-audiovisive. Ha coordinato diversi progetti per il MiBACT e in qualità di autrice è entrata a far parte del Club Autori Italiani.
Jordan River: Producer, Regista ed Esperto di nuove tecnologie. In Italia è tra i pionieri del cinema 3D moderno, esperto di Gaming e Realtà Virtuale. Ha diretto e prodotto il primo film documentario in 3D immersive, è executive producer di vari progetti internazionali e recentemente sta collaborando in varie produzioni statunitensi. Con sempre un gusto per l’arte, coniuga creatività e innovazione, senza mai trascurare l’evoluzione storica e l’indagine introspettiva dei contenuti.


SUNDAY
Cortometraggio - Regista Danilo Currò



Gentile Giurato/a,
mi chiamo Danilo Currò e vi scrivo questa lettera di presentazione del cortometraggio “Sunday”.

Vi parlo di un cortometraggio di genere documentaristico, nato da un incontro, da una casualità. Ho conosciuto Sunday durante una delle uscite di gruppo che lui e gli altri ragazzi del Centro Ahmed erano soliti fare. Ho iniziato a frequentarlo, insieme agli altri ragazzi residenti all’interno del centro, siamo diventati buoni amici e per un mese intero li ho seguiti durante i laboratori di musica e teatro organizzati per via di un progetto d’integrazione. Ho appreso pian piano la sua storia, i suoi sogni, le sue paure e le sue ambizioni future e ho scoperto più che mai che in fondo eravamo tanto simili quanto straordinariamente diversi. Ho iniziato a pensare che in realtà avrei potuto raccontarla questa storia, la storia di un ragazzo appena maggiorenne che ha attraversato il deserto per poter trovare la libertà. Non potevo mai pensare che io e Sunday saremmo diventati amici e che avrei raccontato di lui. A volte, quando mi ci trovo accanto, rabbrividisco al pensiero che abbia avuto la forza per affrontare tutto ciò che gli si è presentato davanti. E mi sento piccolo.

Ho ventiquattro anni, e tanta strada ancora da percorrere. Ma forse la vicinanza di età, rispetto al protagonista del documentario, mi ha reso capace di poter raccontare la sua storia e avvicinarmi a lui in maniera più delicata, più comprensibile, per quanto le nostre storie possano essere molto diverse. Posso dire che è stato realizzato senza budget, con una squadra di amici e l’aiuto di gente che non smetterò mai di ringraziare per averci creduto insieme a me. Ma a volte, è cosi che possono nascere storie bellissime, che ti cambiano.

Tanto se n’è sentito parlare, e tanto se ne parlerà ancora. Ma credo che sia necessario farlo, certo in maniera diversa, perché da sempre è cosi che si differenzia un’opera dall’altra, ma mai stancandoci di essere sensibili a una faccenda che sta cambiando profondamente la nostra epoca. Non avrei mai pensato che questo progetto mi potesse portare lontano come ha fatto, facendomi girare l’Italia da un festival all’altro, e addirittura colpendo l’interesse di un regista come Gabriele Muccino. Mi ha arricchito di passione e determinazione verso il cinema, che spero di continuare a fare, sempre meglio e con grande sensibilità.

Spero che la visione di “Sunday" possa donarvi qualcosa, così come ha donato qualcosa a me.

Un grazie di cuore da parte mia, di Sunday e di tutta la troupe per aver accettato la nostra candidatura.

Danilo Currò

DOVE VANNO LE NUVOLE
Documentario - Regista Massimo Ferrari



Cari Giurati,
vi scrivo questa lettera perché vorrei sottoporre alla vostra attenzione il film documentario “Dove Vanno Le Nuvole” che ho scritto insieme al regista Massimo Ferrari e prodotto. Questa è stata una produzione e distribuzione completamente indipendente e non è stato sempre facile raccontare e documentare realtà d’accoglienza ai migranti e rifugiati in un contesto culturale e sociale in cui si pensa che non sia possibile accogliere i migranti in modo virtuoso e soprattutto in modo vantaggioso.

Ma questa è stata la sfida del nostro lavoro, raccontare un mondo alla rovescia con passione e con una visione, a partire da una domanda: Cosa succede dopo gli sbarchi a Lampedusa?
Tutto il nostro viaggio, durato un anno e mezzo, è iniziato per rispondere a questa domanda ed il percorso ci ha portato a conoscere e documentare persone e realtà davvero sorprendenti da sud a nord Italia, paesi quasi deserti, rinati grazie all’accoglienza ai rifugiati.
Storie semi-sconosciute che invece testimoniano modelli di accoglienza possibile, a livello privato, istituzionale, artistico ed imprenditoriale.
L’anteprima nazionale è stata il 6 Marzo 2017 presso la Camera dei Deputati, è andato in onda su Sky Arte HD ed è ancora disponibile su Sky on demand.
Il documentario ha avuto numerose proiezioni negli Stati Uniti (nell’ambito del Italian Film Festival USA) e a Montreal (Cinemateque Quebecoise).

Dove Vanno Le Nuvole ha vinto i seguenti premi:
· Miglior Documentario 2017 Sezione Human Rights - SoleLuna Doc Film Fest Treviso
· Premio Speciale Giuria Studenti Liceali 2017 - SoleLuna Doc Festival (Human Rights) Palermo

Gaia Capurso

Vi invito a vedere il TRAILER per entrare nel mondo alla rovescia di DoveVannoLeNuvole:
https://vimeo.com/205854128

NOTE di REGIA

Dove Vanno Le Nuvole? Questa domanda campeggia sul muro di una casa nel centro di Riace ed è la prima cosa che ho letto appena arrivato li per incontrare il sindaco e fare i primi sopralluoghi. O forse è la seconda cosa che ho letto, perché prima, sul cartello di ingresso del paese campeggiava la scritta “Città dell’Accoglienza”.
L’idea del documentario era ancora confusa, sapevo perfettamente cosa non volevo fare ma ancora non capivo bene cosa fare e come procedere. Troppo complesso il tema, molti i rischi di perdersi o entrare nei campi minati del pietismo o del buonismo. E allora? Allora quel murales in cui le nuvole portavano ognuna il nome di una nazione, ponendomi una domanda in realtà mi dava una risposta: Dove Vanno Le Nuvole. Senza punto interrogativo.
Sarà questa la strada, è questo il destino dei popoli, lo è sempre stato. E proprio nell’incontro e scontro si creano le nuove stagioni...
Si può seguire delle storie così come si seguono le nuvole muoversi e confondersi?
La sfida nasce da qui, perché solo riuscendo a rappresentare la complessità in movimento, nelle diverse aree geografiche italiane, si può riuscire a tradurre in un linguaggio cinematografico le storie delle persone e delle organizzazioni private o pubbliche che sono delle avanguardie nel difficile campo dell’accoglienza dei rifugiati.
Quando soffia il vento del cambiamento c’è chi costruisce muri e chi mulini a vento recita un antico proverbio cinese e questo mi sembra urgente in tempi di costruzione di muri e barriere, di grida e proteste; provare a raccontare questo mondo alla rovescia in cui si erigono anche i mulini a vento, in cui ci si rimbocca le maniche e si prova a costruire con quello che si ha.
E il documentario prende la strada che non avremmo mai sospettato all’inizio ma che ora ci sembra la sola possibile: un sindaco calabrese, un imprenditore padovano e un professore trevigiano, si incontrano, a volte senza saperlo nemmeno, in un percorso singolare eppure collettivo, di scelte che forse non cambiano il mondo, ma cambiano i loro mondi e quelli delle persone che accolgono.
Quattro mulini a vento in funzione mentre continuano ad erigersi muri.

Massimo Ferrari

Nella FANPAGE FACEBOOK potete trovare foto e aggiornamenti:
https://www.facebook.com/DoveVannoLeNuvole/

GATTA CENERENTOLA
Regia: Alessandro RAK - Ivan CAPPIELLO - Marino GUARNIERI - Dario SANSONE



Gentili giurati e giurate,
vi ruberemo pochissimo tempo per segnalare alla Vostra attenzione la nostra "Gatta Cenerentola".

Siamo lieti di concorrere ai David di Donatello 2018, da “outsiders”, sottoponendo al vostro giudizio un lungometraggio di animazione, un'occasione unica per poter far emergere un settore dell'arte cinematografica che sta crescendo e si sta imponendo partendo dal nostro paese, a livello internazionale.

Il nostro film crea un ponte tra tradizione e modernità, riscoprendo le origini di una favola antica di cinque secoli, che ha avuto la sua prima trascrizione per mano di Giambattista Basile all'interno della raccolta di fiabe "Lo cunto de’ Li cunti", con visioni e sentimenti nuovi.

L’animazione in Italia è un linguaggio che resta ancora poco esplorato e, per costi e tempi, resta una scelta sempre difficile per raccontare delle storie, in un industria che rimane in ombra rispetto alle realtà produttive ed artistiche di altri paesi dell’Europa e del mondo.
Dietro questa pellicola c'è tanta passione e tanto lavoro, un lavoro di squadra, realizzato da un piccolo staff pieno di idee e coraggio che ha un grande sogno: dimostrare che si può competere con grandi realtà produttive attraverso la creatività e la tenacia.
Vi chiediamo quindi di considerare anche questo per la Vostra valutazione, in modo da poter rappresentare un punto di svolta per la crescita e lo sviluppo di un settore troppo a lungo sopito nel nostro paese, e magari incoraggiare tutti quelli che vorrebbero creare o produrre prodotti diversi e perchè no, rischiosi e coraggiosi.
Speriamo che la visione di "Gatta Cenerentola" possa emozionarvi e lasciare un segno nella vostra memoria.

Buona visione!
Alessandro Rak Ivan Cappiello Marino Guarnieri Dario Sansone

TRAILER:
www.youtube.com

PRESSBOOK:
www.fosforopress.com

FB:
www.facebook.com

Rassegna stampa
https://drive.google.com

OLTRE IL CONFINE la storia di Ettore Castiglioni
di Andrea Azzetti e Federico Massa



Sig.ri Giurati,
Vorremmo segnalare alla vostra attenzione l’importanza storica e l’alto valore civile del film documentario “OLTRE IL CONFINE la storia di Ettore Castiglioni” del 2017, una co-produzione Italia/Svizzera. A spingerci a farlo è una precisa esigenza di giustizia storica.
La figura di Castiglioni (1904 – 1944) come grande alpinista e scrittore di guide è nota. Molto meno la sua attività di partigiano e antifascista che svolse sul confine svizzero, portando in salvo profughi, ebrei e dissidenti politici. In particolare, il film chiarisce un interrogativo che ha diviso gli storici: chi portò davvero in salvo Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica? Nel Diario dell’esilio in Svizzera, Einaudi, fa riferimento ad un capitano, senza svelarne l’identità. Ma Ruggero Cominotti (partigiano, scomparso nel 2017) da noi intervistato per il film, e testimone oculare di quel viaggio fino al confine, non ha dubbi: a guidare il gruppo fu Ettore Castiglioni.



A questa testimonianza se ne aggiunge un’altra che fa luce su una vicenda che già lo scrittore Marco Albino Ferrari, nel libro “Il Buio Alle Spalle” dedicato a Castiglioni, aveva indicato come esemplare. Tanto da domandarsi per quale motivo ancora Ettore Castiglioni non risieda nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme. Era noto che molti ebrei giunti a Ollomont, in Valle D’Aosta, si rivolgessero al gruppo guidato da Castiglioni per poter attraversare la Fenêtre de Durand e giungere nella neutrale Svizzera. Con la scomparsa dei testimoni di allora il racconto si è fatto generico e privo di documentazione fotografica e filmica.
A seguito di nostre ricerche all’archivio federale di Berna, siamo risaliti alla famiglia Bier, citata esplicitamente nel diario dell’alpinista. E nella Shoah Fondation abbiamo reperito l’intervista a Milan Bier, allora poco più di un ragazzo, che racconta passo dopo passo il viaggio in Svizzera con i genitori, confermando in modo inequivocabile l’attività di Castiglioni in quel periodo.
A seguito di questi nuovi determinanti riscontri si è attivata EDPI (Evangelici d’Italia per Israele) e ha organizzato un viaggio e un convegno in Israele nei giorni 11 e 12 novembre 2017, dal titolo emblematico: “Un eroe ad alta quota”. Il film è stato proiettato all’Istituto di Cultura Italiana dell’Ambasciata Italiana a Tel aviv, e a Gerusalemme, nella sede dello Keren Hayesod, è stato conferito un attestato di riconoscimento a Ettore Castiglioni per l’opera di salvataggio di persone ebraiche durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di un passo importante che avvia la pratica per portare Castiglioni nel Giardino dei Giusti. Al momento la pratica è al vaglio dello Yad Vashem, l'ente nazionale per la Memoria della Shoah. E il film è stato il documentario più premiato e più visto nel 2017 (fonte portale Cinema Italiano).
Al di là dell’esito della nostra segnalazione, crediamo fermamente nell’importanza di promuovere la figura di Castiglioni. Un grande alpinista, inquieto e tormentato, la cui presa di coscienza, lo portò ad agire per gli altri, rischiando la vita in nome di un’ideale di libertà assoluta.

Andrea Azzetti Federico Massa

STARS - HUMANITY IS THE BEST BLESSING OF MANKIND
Documentario - Regia: Veronica Mengoli



Gentile Giurato, gentile Giurata,
vorremmo portare alla tua attenzione il documentario che abbiamo realizzato, s’intitola StarS ed è la storia di un progetto un po’ folle di un fotografo ponzese.
Il nostro piccolo film racconta la nascita e la realizzazione di una mostra fotografica. Detto così non sembra nulla di speciale se nonché la mostra era visitabile immergendosi sotto le acque di Lampedusa.
Veronica Mengoli, la regista di questa piccola impresa, ha voluto raccontare questa storia perché il messaggio che Salvo ha voluto lanciare è un messaggio diverso da quello che vediamo tutti i giorni su giornali e tv.
Salvo ha voluto scattare ritratti di migranti che ce l’hanno fatta e li ha voluti riportare nell’isola che li ha accolti al loro arrivo.
Grazie a questa intuizione abbiamo potuto incontrare persone incredibili che nella loro normalità rappresentano qualcosa di inconsueto. Sono le storie di persone che ce l’hanno fatta e che grazie a Salvo si sono trasformate nelle Star del nostro piccolo film.
Questo documentario è stato realizzato grazie alla fatica e alla passione di Salvo Galano, Veronica Mengoli, Cannizzo Produzioni, Onemore Pictures e con la collaborazione di Rai Cinema e di tutte le persone che hanno lavorato per portarlo a termine.
Speriamo che avrete modo di apprezzare il frutto del nostro lavoro
Il film è visibile sulla piattaforma dei David.

Grazie mille
Un saluto Cristian Berna Executive Producer

LIEVITO MADRE. LE RAGAZZE DEL SECOLO SCORSO
Documentario - Regia: CONCITA DE GREGORIO e ESMERALDA CALABRIA



Caro giurato,

per tre giorni, dal 18 al 20 gennaio, al cinema Farnese di Roma, in Campo de’ Fiori, sarà in programmazione “Lievito madre. Le ragazze del secolo scorso”. Anche a nome di Cecilia Mangini, una delle protagoniste del racconto, vorremmo invitarti a vederlo in sala.
Il 18 sarà presente Esmeralda, il 20 ci saranno Concita e la formidabile Cecilia.

Il film è visionabile anche sulla piattaforma dei David di Donatello nella sezione “documentari”.

Lievito Madre, il film, è l’ultima tappa di un lavoro lungo quattro anni, completamente autoprodotto da un gruppo di venti donne, le autrici, animate dal desiderio di ascoltare e condividere le voci delle donne italiane. Abbiano realizzato mille interviste ad altrettante ‘ragazze’, dai 5 ai 105 anni. Abbiamo poi raccontato una storia a partire delle parole delle ragazze del secolo scorso – il lievito madre del nostro tempo, appunto. I nostri e i loro filmini di famiglia intrecciano immagini domestiche della storia di tutte.

Dora Maar e Aki film, la produzione, siamo noi.

“Lievito Madre” è stato selezionato alla Mostra del cinema di Venezia 2017, trasmesso da RaiTre, in concorso al festival ITALIA IN DOC a Bruxelles e al Cairo International Women's Film Fest.

Ti aspettiamo in sala, al Farnese:
18 gennaio ore 14,30 e 20,30 (sarà presente Esmeralda Calabria)
19 gennaio ore 17,00
20 gennaio ore 17,00 (saranno presenti Concita De Gregorio e Cecilia Mangini)

Grazie

Esmeralda Calabria, Concita De Gregorio

PER UN FIGLIO
Regista esordiente: Suranga D. KATUGAMPALA



siamo Antonio Augugliaro di Gina Films (Io sto con la sposa) e Suranga D. Katugampala, il regista di "Per un figlio".

Ci sembra incredibile essere arrivati fin qui. Questo film è stato per la piccola e indipendente Gina Films una grande avventura nata dall’urgenza di raccontare una storia che partisse dal background migratorio di Suranga per parlare dell’Italia contemporanea partendo da una realtà di provincia. Una storia universale in cui molte persone si sono riconosciute.

Un film che nella sua distribuzione cinematografica è riuscito a coinvolgere attivamente migliaia di cittadini Srilankesi che, in controtendenza rispetto alle loro abitudini, si sono recati nelle sale cinematografiche durante i normali orari di programmazione mischiandosi al pubblico di origine italiana e non solo. Ne sono nati dei bellissimi dibattiti tra cittadini di prima e seconda generazioni e tra italiani e persone provenienti da altre zone geografiche. Dibattiti costruttivi e propositivi, nel tentativo di cercare un nuovo modo di stare insieme in pace.

Abbiamo pensato molto alle parole da usare per promuovere ai David il nostro film, ma non ne abbiamo saputo trovare di migliori di quelle che ci ha scritto Goffredo Fofi in una appassionata lettera che qui condividiamo e che racconta molto bene il nostro lavoro.

Augurandovi buona lettura vi salutiamo con la convinzione che "Per un figlio" è un film, ma anche un segnale di speranza per quegli 800.000 italiani senza cittadinanza che attendono dalla politica un segnale ed un riconoscimento attraverso lo Jus soli.
Persone che come Suranga sono già l’Italia, producono cultura, pensiero critico e valori nuovi. Persone che sono ponte tra culture, lingue e sguardi sul mondo, sulla contemporaneità e che sono portatori di dialogo e di fiducia per il futuro.

Grazie,
Antonio augugliaro e Suranga D. Katugampala

Estratti dalla lettera di Goffredo Fofi:

"Esso segna una data importante nella storia del cinema italiano per una ragione molto semplice: è il primo lungometraggio a soggetto realizzato da un figlio di migranti (...) che è bensì cresciuto in Italia e degli italiani ha assunto molti modelli di ragionamento e comportamento, confrontandoli con quelli della sua cultura di origine, ora mescolandoli ora adattandoli, ora confutandoli".

"Molte cose colpiscono del film di suranga D. Katugampala. Intanto la padronanza tecnica del mezzo cinematografico e la sua messa a servizio di un progetto tanto ambizioso quanto austero e delicato. Sono pochi gli esordi nel lungometraggio così convincenti nel cinema italiano di oggi, e vengono in mente, credo non a casa, i nomi di giovani registi che si sono affermati negli ultimi lustri e che sono il sale del nostro cinema: Munzi, giovannei, Rohrwacher, Marcello, Minervini, comodino, più indietro Garrone, Martone, Mereu, e altri ancora, per nostra fortuna molti".

"Il suo non è un film allegro, è un film che ci lascia in sospeso, che si ferma ad un'interrogazione che riguarda noi tutti, che riguarda l'Italia e riguarda l'Europa. Per un figlio non è soltanto un film di grande misura e di grande fascino, ma è un film di rilievo davvero storico".

Goffredo fori, Roma 14 novembre 2016

Estratti di recensioni

Agorà Sette - Alessandra De Luca
"Le difficoltà dell'integrazione raccontate attraverso i silenzi, gli sguardi, i piccoli gesti di una madre e di un figlio adolescente".

L'Espresso - Emiliano Morreale
"Primo film di un italiano di seconda generazione. Uno sguardo autentico sui conflitti degli immigrati"

La Repubblica - Simona Spaventa
"Racconta l'immigrazione dall'interno, nel divario culturale ed esistenziale che divide la prima dalla seconda generazione. (...) Un film, al di là dell'indubbio valore artistico (ha vinto il premio della giuria a Pesaro), importante. Perché per la prima volta le seconde generazioni si raccontano non in un documentario da festival, ma in un lungometraggio di finzione distribuito nelle sale".

La Repubblica - Luca Mosso
"...è un lavoro che ha molti meriti, il primo e principale dei quali sta nella determinazione a non fare sconti a nessuno, neppure allo spettatore. (...) La sua protagonista è una mamma Roma pasoliniana senza energia, costretta dalla situazione e da se stessa ad aspettare seduta in cucina che il suo ragazzo, stronzetto come tanti, rientri a casa"

Ciak - V.G.
WUn autore attento a raccontare con stile scarno e documentaristico il confronto fra due generazioni che vivono in modo diverso la presenza nel nostro Paese".

TRAILER
https://vimeo.com/203808524

CLIP
https://vimeopro.com/ginafilms/per-un-figlio

PRESSBOOK
http://www.perunfiglio.it/press.php

RASSEGNA STAMPA (selezione)
http://bit.ly/2CW9mVL

WEBSITE
http://www.perunfiglio.it

 


SOLE CUORE AMORE
Regia: Daniele Vicari



Gentili giurati, desidero segnalarvi ISABELLA RAGONESE candidata come migliore attrice protagonista e FRANCESCO ACQUAROLI come miglior attore non protagonista.
Isabella Aragonese è anche candidata come attrice non protagonista del film IL PADRE D’ITALIA di Fabio Mollo.
Grazie per l’attenzione.

Il film è sulla piattaforma David di Donatello.

Ogni mattina Eli si sveglia prima che faccia giorno e affronta una traversata di due ore a bordo di pullman, metropolitane e autobus per raggiungere il posto di lavoro. Fa la barista in zona Tuscolana a Roma, ci sa fare con i clienti che apprezzano le sue crostatine fatte a mano, e ci mette del suo per rendere un incarico malpagato (in nero) qualcosa di vitale e gratificante. Del resto, con quattro figli da mantenere e un marito che ha voglia di lavorare ma nessuno che gli dia un incarico serio, c'è poco da fare la difficile: dunque Eli sopporta l'ignavo padrone del bar e la sua moglie maleducata, e sogna un futuro più semplice e più stabile.

EVVIVA GIUSEPPE
di Stefano Consiglio
concorre ai DAVID DI DONATELLO nella categoria DOCUMENTARI


E’ un docufilm sulla vita e i tanti talenti preziosi di Giuseppe Bertolucci: regista di cinema, teatro e televisione; scrittore, poeta, talent scout, organizzatore culturale…
Raccontato attraverso la voce del padre Attilio; quella del fratello maggiore Bernardo (che ricorda con struggente dolcezza la sua nascita, e poi i giochi di quand’erano adolescenti… fino al desiderio di contagiarlo con la malattia del cinema); le testimonianze di amici e colleghi come Lidia Ravera, Mimmo Rafele, Marco Tullio Giordana, Nanni Moretti; i ricordi di alcune tra le sue attrici predilette: Stefania Sandrelli, Laura Morante e Sonia Bergamasco. Con il contributo di Gian Luca Farinelli, la partecipazione di Fabrizio Gifuni, Emanuele Trevi e Aldo Nove; e con un inedito monologo interpretato da Roberto Benigni in omaggio all’amico di sempre.

Il film è stato presentato alla 74. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA nella sezione classici.
E' attualmente distribuito dalla Fondazione Cineteca di Bologna.

Vi invitiamo a prenderne visione sulla piattaforma dei David di Donatello nella sezione DOCUMENTARI

In qualità di coproduttori del film e a nome del regista, vi ringraziamo sin d'ora per il tempo che ci concederete
un caro saluto

Gian Luca Farinelli (Direttore della Cineteca di Bologna) Andrea Gambetta (Verdiana Film)

Note di regia
Come raccontare un artista così poliedrico e una persona di grande ricchezza umana quale è stato Giuseppe Bertolucci, cui sono stato legato per lunghissimo tempo? La risposta mi è venuta pensando a un altro Bertolucci, Attilio, il padre poeta, che in epigrafe a un suo famoso saggio, “Poetica dell’extrasistole”, aveva messo queste parole di Paul Klee: “Segua ognuno il battito del suo cuore”. Ecco, è quello che ho tentato di fare…

Stefano Consiglio

LA VOCE DI FANTOZZI
documentario - regia di Mario SESTI


La voce di Fantozzi, di Mario Sesti, prodotto da Daniele Liburdi e Massimo Mescia, è l'ultimo film di Paolo Villaggio. Contiene la sua ultima apparizione e noi tutti, insieme a lui, abbiamo vissuto la realizzazione del film che lo ha visto fino agli ultimi giorni partecipe e attivo, scrivendo i dialoghi, pianificando le testimonianze, decidendo perfino trucco e costumi delle sue ultime inquadrature. Noi abbiamo amato il film ma crediamo che premiarlo come miglior documentario significherebbe soprattutto ricordare Paolo, da parte di tutti coloro che hanno amato lui e i suoi film

Maura, Elisabetta e Piero Villaggio

BANDIDOS E BALENTES "IL CODICE NON SCRITTO"
Regista esordiente: Fabio MULAS


Gentile Giurata, Giurato,
In occasione delle prossime candidature, è con orgoglio che vorremmo segnalarTi il film
BANDIDOS E BALENTES "IL CODICE NON SCRITTO"

Purtroppo come spesso accade nelle piattaforme cinematografiche per i Film Indipendenti Auto prodoti e Auto finanziati senza nessun ausilio di Film Commission o enti Ministeriali , abbiamo cercato di produrre e proporre ad un pubblico più vasto possibile questo Thriller che racconta uno spaccato di vita della Sardegna martoriata negli anni 50/60 dalle Faide e Dai Sequestri, abbiamo creduto fino in fondo in questo progetto metendoci il massimo delle nostre forze sia finanziarie che professionali, dopo tanti sacrifici siamo riusciti ad Auto distribuirlo nelle sale circa 21 sale purtroppo essendo un autodistribuzione non ci siamo potuti permetere ne una pubblicità se non quella virtuale ,raggiungendo grandissimi obbietivi da parte del pubblico e della critica , è un film realizzato con picoli ausili una reflex un microfono e tanta buona volotnà di ragazzi che hanno creduto in noi e sisono prestati per recitare in questo lungometraggio, il film ha vinto oltre 34 award nel Mondo , l'ultimo riconoscimento è arrivato dal Festival Mondiale del Cinema svoltosi a Milano portando per l'italia il titolo di Miglior Film in lingua straniera del festival , che per noi è stato un grande e immenso orgoglio rappresentare l'italia in un concorso così importante dove ci vedeva in gara contro 400 Nazioni presenti, il film ha un basso budget come dicevo autofinanziato, girato interamente con 6000 file in Raw e con Audio esterno infatti il Montaggio è stata la parte più complessa durata circa 8 mesi , il film è un Opera Prima , naturalmente si cerca sempre di migliorare nel nostro piccolo pensiamo di aver fatto e portato a termine questo lavoro inserendo al suo interno oltre alle tematiche forti, tutta una Cultura, Tradizione e Usi e Costumi di una Terra o meglio di un Isola , noi siamo già orgogliosi di essere entrati in concorso ai David Donatello che rispecchia per l'Italia uno dei principali concorsi d'arte cinematografica . gli Attori non sono professionisti sono stati diretti e istruiti durante le riprese sul set con tutta la loro naturalezza come se quel pezzo di storia gli apartenesse realmente.

colgo l'occasione per ringraziarvi tutti e augurarvi una buona visione

il regista , produttore e distributore
Fabio Manuel Mulas

FRANCESCO A CUBA
un documentario di FRANCESCO CONVERSANO e NENE GRIGNAFFINI


Cari Giurati

Siamo Francesco Conversano e Nene Grignaffini, da molti anni giriamo documentari per raccontare storie, vicine e lontane. Quest’anno siamo in Concorso con il nostro ultimo documentario FRANCESCO A CUBA nella sezione DOCUMENTARI. Vi invitiamo a vederlo e, se vi piace, a votarlo.
Grazie

FRANCESCO A CUBA
un documentario di FRANCESCO CONVERSANO e NENE GRIGNAFFINI
prodotto da MOVIE MOVIE con RAI CINEMA
Italia, 2017, 89’, versione originale in lingua spagnola con sottotitoli in italiano

Nel documentario, viene raccontata L’Avana durante il lutto per la perdita di Fidel Castro Ruz attraverso lo sguardo del frate francescano Padre Silvano e dei frati minori conventuali e attraverso le parole di S. Francesco d’Assisi e dell’Enciclica ”Laudato Si’” di Papa Francesco. Dal concetto di ecologia integrale del Papa nascono le riflessioni e gli interrogativi sul futuro di Cuba: mantenere l’orgoglio o scegliere l’omologazione? Cedere al consumismo o scegliere una crescita nella sobrietà?



LAIK
un cortometraggio di Emanuele Bonaventura


Cari giurati, Vi rubo qualche breve minuto per presentare “LAIK”, candidato allo stimato premio dei David di Donatello sezione cortometraggi.

Il compito che Vi spetta, rispettabili membri, è di rara delicatezza, specialmente quando ci si ritrova di fronte a diversi prodotti dallo spiccato senso civico, morale e creativo. Tra questa spirale artistica italiana, troviamo il breve film di cui io sono il promotore, parlo del lavoro dal nome “LAIK”, traduzione calabrese della più iconica parola “Like”, usata oramai dalle nuove generazioni e non, per confermare il gradimento di un file digitale.

Il sotto testo del prodotto cinematografico, vuole evidenziare, dove si sta dirigendo, il flusso dell’uso spasmodico dei social, magma negativa di ricerca della popolarità, della notorietà, diventando oggi più che mai, nel nostro bel paese e non, un contenitore di prodotti senza anima, dove in alcuni casi come in quello narrato nella storia, prende forma un neo realismo 2.0, dovuto all’uso improprio dei mezzi cross mediali, raggiungendo il picco di squilibri psicologici che portano al suicidio o all’omicidio, dovuto a quella follia chiamata visualizzazione, portatrice inconsapevole di fama per un giorno.

Attraverso la violenza, il pestaggio o la bravata, non certo si diventa uomini o celebrità, non bisogna dimostrare così di essere dei miti da seguire, questo è il messaggio lanciato dal documentario; l’accanimento negativo della gioventù odierna, porterà alla soppressione del proprio Io e alla perdita della propria identità e stima, poiché il valore di una persona, secondo la generazione duemila, si valuta attraverso dei numeri visibili e tramite i like ricevuti, metodologia non certo di accrescimento di modelli intellettuali, ma farà diventare prodotti i loro stessi fautori e utilizzatori, trasmettendo il senso di vuoto e della “non generazione”, lasciando così ai posteri un semplice buco nero.
Mi auguro che la presentazione sia stata esaustiva e che il racconto filmico narrato in forma drammaturgica non cronologica, sia all’altezza di questo prestigioso premio. Ringrazio ancora una volta tutta la giuria, e Vi auguro,

Buona Visione !.

Emanuele Bonaventura



IL CLAN DEI RICCIAI
un documentario di Pietro MEREU


Caro giurato e Cara giurata;

Vi scrivo per parlarVi del mio film “Il Clan dei ricciai” in concorso ai David di Donatello 2018, nella sezione documentari.

Parla di un gruppo di “ricciai”, cioè pescatori di ricci, che hanno fatto, e fanno, una vita durissima.

Il mestiere del ricciaio comincia a Cagliari negli anni ‘60, e nasce dall’esigenza di chi esce dal carcere di trovare una possibilità di sopravvivenza, di salvezza, che in cagliaritano si dice “Salvarì”(salvati).

Ho conosciuto questo gruppo di uomini nel set di un film indipendente, dove facevo la parte dello spacciatore.

Durante le riprese ho fatto amicizia con Gesuino Banchero, una sorta di leader carismatico dei ricciai, a cui proposi qualche tempo dopo di fare un lavoro sulla sua storia e quella di altri ricciai.

Ho scritto il progetto che ho proposto a vari produttori, ma nessuno inizialmente ci ha creduto, finchè un giorno ho contattato Nicolas Vaporidis e la sua Drive production, che ha creduto subito nel progetto e lo ha sostenuto, insieme ai soci Matteo Branciamore, Primo Reggiani e Eros Galbiati.

Il film ha avuto, come tutti i film, tanti problemi legati alle restrizioni che ci hanno dato i protagonisti, ai tempi ristretti e a decine di problematiche interne ed esterne, ma alla fine ha avuto luce, che è già di per sé un successo.

Ho voluto girare il film con uno stile sporco e poco patinato, con delle camere a mano, perchè a mio parere delle storie così forti e crude potevano essere riprese solo così. Il cavalletto avrebbe limitato e rallentato le riprese, e avremmo perso molte scene.

Ho utilizzato il drone in alcune scene, per regalare al film dei momenti di respiro e di decantazione da momenti di tensione emotiva e narrativa.

Ho cercato di non abusarne e di inserirlo solo se necessario, così come le immagini subacquee.

Cagliari è una citta molto borghese, che cerca di nascondere le situazioni più degradate, mentre in questo mondo di uomini che vivono situazioni estreme, c'è una forza che regala un mondo che ci fa capire che Cagliari è fondamentalmente una città di mare e di pescatori.

Ho deciso di utilizzare un tipo di fotografia contrastata, perché i mercati, il mare, i quartieri dei ricciai sono e hanno bisogno di tinte forti, come quelle delle loro storie.

Spero che venga visto da tanti di voi, perché sono storie di persone che hanno avuto molte difficoltà ma sanno sorridere e continuano ad andare avanti.

La storia di Andrea che nonostante abbia perso la patria potestà sui figli, spera di poterli incontrare presto.

La storia di Massimo che nonostante abbia scontato tanti anni dentro, ha la generosità di offrire il midollo a una bambina.

La storia di Bruno, tatuatore in carcere, che è molto più felice della maggior parte delle persone che conosco fuori.

La storia di Gesuino che ha dato una possibilità a quelli a cui nessuno voleva darne più.

La storia di Joe, menestrello di malavita, che ha regalato la musica del film.

I miei ringraziamenti vanno soprattutto:
● ai miei produttori
● a Magda della Drive
● ad Alessandro Quadretti, amico e operatore e consigliere preziosissimo
● a Matteo De martini, direttore della fotografia inestimabile
● a Roberta Aloisio, aiuto regia, direttore di produzione e cuoca stupenda
● a Roberto Cois, fonico indispensabile
● a Michael Paulis, assistente preziosissimo
a Giacomo De Biase e Andrea Lotta, montatori eccezionali
● alla Film Commision Sardegna, nella figura di Nevina Satta per la collaborazione
● a Giorgio Casu, che ha realizzato una locandina stupenda
● a Joe Perrino, che ci ha donato la sua musica
● a Frankie, che ci ha prestato la macchina da corsa
Spero che dalla visione del film traspaia la verità e la sincerità nelle storie di questi uomini e nel mio sguardo.

Non siete obbligati a votarlo, ma date una possibilità a questo piccolo grande film.

Pietro Mereu

P.s.: Il film è visibile sulla piattaforma David

P.p.s.: Si consiglia la visione degustando ricci appena pescati e vermentino ghiacciato. Sardo naturalmente.



PIIGS
un documentario di Adriano Cutraro, Federico Greco, Mirko Melchiorre


PIIGS concorre ai DAVID DI DONATELLO nella categoria DOCUMENTARI ed è visionabile sulla piattaforma dei David di Donatello.

Gentili Giurate e gentili Giurati,

questa è la storia di un piccolissimo film diventato un caso.

Due dei tre registi (Adriano Cutraro e Mirko Melchiorre) sono alla loro opera prima, e Studio Zabalik – che l’ha prodotta – è una realtà giovanissima, di modeste dimensioni ma soprattutto completamente indipendente.

Il film (autoprodotto grazie a un crowdfunding e distribuito da Andrea Cirla di Fil Rouge Media) è uscito in sala sul territorio nazionale il 27 aprile 2017 con Circuito Cinema e ha continuato la sua strada di distribuzione ufficiale per nove settimane, segnando un vero e proprio record per un documentario italiano nel rapporto costo/incassi.

Parallelamente, e sorprendentemente, centinaia di persone da ogni parte d’Italia hanno richiesto PIIGS a gran voce nelle città dove non era programmato e a oggi – convincendo gli esercenti – sono riuscite a organizzare quasi duecento proiezioni-evento in sale, multisale, università e cineforum, quasi tutte andate sold-out. Proiezioni che, a gennaio 2018, non accennano a terminare.

Nel frattempo PIIGS è stato acquistato dalla RAI che lo ha trasmesso su RAI3 a dicembre, all’interno del programma “Il mondo adesso”, in una selezione che comprendeva solo altri quattro documentari (Life Animated, vincitore dell’Oscar e del Sundance; The Putin interviews, di Oliver Stone; Going Clear–Scientology e la prigione della fede, di Alex Gibney; Lo and Behold, di Werner Herzog).

L’introduzione di Riccardo Iacona: http://www.raiplay.it/video/2017/12/Anteprima-Piigs-dd236cb2-87af-4599-a50d-71c692753896.html

La versione internazionale, narrata da Willem Dafoe (che ha sposato il progetto immediatamente, come ha fatto anche Claudio Santamaria) è stata acquistata e trasmessa da Russia Today. Altre vendite televisive internazionali sono in fase precontrattuale.

Ma questi NON sono i motivi più importanti che vorremmo vi spingessero a impiegare i 76’ minuti necessari per la visione.

Noi crediamo che il valore di un film risieda essenzialmente in tre aspetti: nell’universalità della sua portante narrativa ed emotiva, nella sua attualità (non in senso giornalistico ma in quanto capacità di riflettere sulla complessità del presente), e infine nella sua non-innocuità. E, almeno dai feed-back restituitici da pubblico e stampa, possiamo permetterci di dire di esserci almeno andati vicino.

Forse perché la log line del film in fondo non è solo una log line: “Tratto da una storia vera: la tua.”

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=HSMk17_ix4E&t=2s

Rassegna stampa: https://drive.google.com/open?id=1YHuTTHjiZJwAv8tBy1pX5WRiE6tNekXg

Grazie infinite per l’attenzione.
Adriano Cutraro, Federico Greco, Mirko Melchiorre, Alessandro Pezza (producer)

SINOSSI

Realizzato da tre filmmaker dopo cinque anni di ricerche e due di riprese, PIIGS è un’immersione senza precedenti e senza censure nei dogmi dell’austerity e afferma con la voce di prestigiosi economisti, intellettuali ed esperti internazionali che l’origine della crisi dei debiti europei non risiede nell’inadeguatezza delle popolazioni dei Paesi in crisi ma nelle fondamenta stesse dell’Eurozona. Il documentario racconta anche le dirette conseguenze dell’austerity a Roma, concentrandosi sulla storia della sopravvivenza di una Cooperativa sociale che assiste disabili e persone svantaggiate.

Claudia sta provando a salvare la Cooperativa “Il Pungiglione” dal fallimento. “Il Pungiglione” ha un credito di un milione di euro dal comune e dalla regione e rischia di chiudere per sempre: 100 dipendenti perderanno il lavoro e 150 disabili rimarranno senza assistenza. È una bomba sociale a orologeria. È vero che nell’Eurozona non c’è alternativa all’austerity, al Fiscal Compact, al pareggio di bilancio, ai tagli alla spesa sociale? Al fallimento del “Pungiglione”?



Il lupo di Germania
Cortometraggio – Regia: Francisco Saia


Gentile Giurato/a del David di Donatello
vorremmo portare alla tua attenzione il cortometraggio realizzato dal regista Francisco Saia,e prodotto dal Circolo Savonese di cinematori-FEDIC, “Il lupo di Germania”.
Questo cortometraggio di genere storico-drammatico,narra la vicenda(basata su fatti ed episodi puramente casuali,ma ambientata in un contesto storico realmente esistito) di una coppia di coniugi ebrei,Isac ed Ester Cesena,residenti a Modena nell'anno 1945,un giorno vengono convocati dalla polizia nazi-fascista,poiché sospetta che essi siano ebrei.
Isac ed Ester saranno sottoposti ad un terribile interrogatorio da parte del perfido Comandante nazista Klaus,detto “Lupo di Germania”,a causa della sua ferocia contro gli ebrei.
Klaus,non avrà il minimo rispetto per i due coniugi. Durante l'interrogatorio con una certa freddezza li insulterà,li maltratterà psicologicamente e gli farà domande che scaveranno nel profondo della loro vita privata. Nonostante il terribile interrogatorio,Isac ed Ester riusciranno a resistere alle grinfie di Klaus,e quest'ultimo non avendo prove contro di loro,li lascerà andare. I due si recheranno davanti alla porta della stanza dell'interrogatorio con la libera possibilità di uscire,ma Isac,sentitosi frustrato,arrabbiato e sconcertato di come il comandante nazista li abbia trattati,si avvicina a quest'ultimo e lo affronta a parole dicendogli che non si trattano in questo modo le persone,qualsiasi sia la loro religione,etnia o ideologia politica. Klaus,sorpreso e irritato dal gesto di Isac,lo afferra per il bavaro della camicia,chiedendogli come si fosse permesso di essersi rivolto così a lui,e involontariamente gli strappa la camicia,nota sul suo petto la stella di David.
Klaus,capisce così che i due sono ebrei e li fa deportare in un campo di concentramento.
La particolarità della sceneggiatura di questo cortometraggio consiste nel fatto che Isac,il personaggio ebreo poteva avere la possibilità di scappare,ma ha preferito riscattarsi moralmente,ribellandosi al comandante nazista,pur consapevole di andare incontro alla morte.
Il regista con questo cortometraggio vuole trasmettere come messaggio il fatto che a volte anche se si è vittime di un brutto episodio e si ha la possibilità di fuggire da quell'episodio,si può rinunciare a questa possibilità di fuggire,ma prevale la soddisfazione di difendere il proprio orgoglio.
Il cortometraggio è ambientato in un'unica stanza,e presenta i colori in bianco e nero,ad eccezione della scena finale. Il film è stato prodotto dalla sezione FEDIC di Savona,e la regia e la sceneggiatura sono state curate da Francisco Saia.
Chi vede questo cortometraggio dovrebbe votarlo,per non dimenticare e non soccombere all'indifferenza di ciò che è stata la storia italiana.
Il cortometraggio è stato proiettato il 14 Settembre 2017 presso la sede del Circolo Savonese di cineamatori di Savona,ed è visibile sulla piattaforma dei David di Donatello,nella sezione “cortometraggi”,su You Tube,su Dailymotion e su Vimeo.

Speriamo che abbiate il modo di apprezzare il nostro lavoro e vi ringraziamo infinitamente per l'ascolto.

Cortometraggio
https://www.youtube.com/watch?v=Ql1sIu350Jk (You Tube)
http://www.dailymotion.com/video/x5q70kx (Dailymotion)
https://vimeo.com/221869025 (Vimeo)

Pressbook
https://www.cinemaitaliano.info/illupodigermania

Grazie e buona visione,
Francisco Saia.



ARCADIA
Cortometraggio – Regia: Tore Iantorno Asta


Gentilissimi giurati, spero vogliate prestare una piccola attenzione per il nostro corto “Arcadia” attualmente in concorso per il David di Donatello, sezione cortometraggi .
C’è stata data la bellissima opportunità di scrivervi una lettera per poter promuovere il nostro lavoro, e noi siamo felici di poterlo fare, perché 15 minuti di suono e immagini, non possono bastare per affrontare una tematica così importante come quella che stiamo portando noi in concorso. Non basterà neanche questa lettera, ma sicuramente sarà utile per spiegare il perché abbiamo scelto di realizzare questo corto.

La fonte di ispirazione che ha avuto il regista Tore Iantorno Asta è nata dalla storia del regista Richard Glatzer, malato di SLA, il quale ha lottato per portare a termine il suo film “Still Alice” con l’attrice Julianne Moore.

Glatzer,poco prima dell’inizio dei lavori per STILL ALICE , nel 2011 gli fu diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica e le sue condizioni di salute sono degenerate in poco tempo. Ciò non impedì a Glatzer di continuare a lavorare. Glatzer affetto da sclerosi laterale amiotrofica, è riuscito a ultimare il suo lavoro aiutato da un comunicatore verbale con il quale è stato in grado di dirigere il cast.

Tore Iantorno Asta, da regista, si immedesima nelle difficoltà che può aver riscontrato Glatzer per dirigere il film, nelle sue condizioni di salute, pur essendo sul set. Così ha innescato in lui tutta la storia che ha raccontando in “Arcadia” , immaginando come potesse essere complicato dirigere un'attrice a distanza, durante la sua degenza a casa, e lei sul set.

Il rapporto fra attrice e regista ha sempre affascinato chi conosce e guarda un film, immaginando le barriere mentali che gli artisti superano per poter farsi capire.

Il corto parla di SLA e di cinema allo stesso tempo. Si intende dare voce, a chi voce non è ha più, ma che lotta, fino all’ultimo respiro, per poter avanti le proprie passioni.

Non ultima la vicenda di questi giorni di Andrea Trunu, in arte DJ Fanni , il più giovane ragazzo affetto da Sla al mondo, reso muto dalla malattia, ma con una grandissima voglia di esprimersi, soprattutto artisticamente; il quale fa un pubblico appello a Claudio Baglioni per poter partecipare al 68° Festival della canzone italiana, in qualità di ospite poiché autore di brani musicali, tutti scritti con gli occhi, grazie alla tecnologia.

Tore Iantorno Asta, in questo corto, non solo veste i panni del regista, ma sceglie anche di fare l'attore protagonista e poter vivere le sensazioni di un malato di Sla (come DJ FANNI, che fa musica allettato) , dirigendo il set immobilizzato in un letto.

Come scelta registica, inoltre, si è deciso di mettere un comunicatore verbale, fatto al computer, che mantenesse la reale voce dell'attore ; questa scelta è stata azzardata, ma supervisionata dall'associazione AISLA che ha trovato l'idea assolutamente azzeccata, in quanto, l'associazione sta portando avanti un importante progetto. Una sorta di “banca del tempo”, per permettere ai malati di Sla di registrare parole utili come: caldo, freddo, fame, sonno; ma soprattutto, di conservare frasi da dire ai propri cari.

Un “vocabolario” preparato in anticipo, per quando il paziente non sarà più in grado di parlare e queste registrazioni verranno scaricate su un comunicatore, che il malato potrà poi utilizzare anche solo attraverso il movimento degli occhi.

L’applicazione è stata messa a punto nei laboratorio del centro Nemo dell’ospedale Niguarda, e il primo a usare l’applicazione ne è diventato testimonial; protagonista di un video realizzato dall’agenzia McCann, arrivato fino al Festival internazionale della creatività di Cannes.

Il nome “Arcadia” è stato scelto in onore a Gian Vincenzo Gravina, fondatore del movimento letterario e di pensiero dell'Accademia di Arcadia. Il regista, proveniente dal suo stesso paesino della Calabria, Roggiano Gravina, fin da piccolo si sente ispirato da lui, e dal suo movimento, e vuole dedicargli questo lavoro, interamente girato in Sardegna, dove purtroppo si registrano numerosi casi di Sla.

Questo corto è stato realizzato grazie al supporto dell' AISLA in Sardegna, e molti malati di SLA hanno gentilmente partecipato come “attori” portando la loro reale esperienza sullo schermo.

Ci sarebbero innumerevoli motivi per il quale crediamo che “Arcadia” debba essere votato, ma quello che noi ci auguriamo di più, è che questo tipo di tematiche sociali, possano comunque servire a sensibilizzare l'opinione pubblica, e che sia un momento per riflettere circa le difficoltà che vivono i malati di SLA e le loro famiglie.

Anche se forse si tratta di una piccola goccia nell'oceano, ci sentiamo orgogliosi del nostro lavoro, perché il cinema è fatto di emozioni; ci siamo emozionati nel farlo e siamo felici di portare con noi una favolosa esperienza. Non sarà un lavoro tecnicamente perfetto, ma non è la perfezione che racconteremo in questo film.

“Arcadia” scritto e diretto da Tore Iantorno Asta produzione Pentamedia Management



DALLO STORNELLO AL RAP
Documentario – Regia: Elena Bonelli


Gentilissimo giurato,
ci permettiamo di segnalare il seguente documentario musicale prodotto da Roma nel mondo Srl, che si fregia della unicità nel settore musicale, trattando una materia inedita quanto interessante. Saremmo onorati della vostra attenzione e del vostro consenso.
Grazie dell’attenzione e buona visione.

Roma nel Mondo S.r.l.



Il rap di ogni nazione e periodo trova le sue radici negli antichi stornelli, che dal 200 in poi, arrivando dalla Provenza (il termine francese “Estorn” indica canto di battaglia, tenzone musicale) si diffondono in tutta Italia, dalla Sicilia fino al nord, sebbene nell’immaginario collettivo restano spesso erroneamente legati alla “romanità”.
“Dallo Stornello al Rap” è un docufilm che fa conoscere ai più giovani di oggi la storia musicale capitolina di ieri, ed ai meno giovani le nuove tendenze musicali che raccontano la Roma di oggi, la sua vita, i disagi, la politica, il malcontento, la satira, la sua immagine, la sua società, le lotte, la violenza, la povertà, la disoccupazione, insomma gli accadimenti quotidiani, esattamente come si faceva nell’800 con gli stornelli.
Ma attenzione: lo stornello non è la canzone romana, ed è sbagliato pensare che essa abbia origine con lo stornello. Il film vuole essere un documentario storico che traccia la linea temporale dalla nascita dello stornello e poi della canzone romana, fino alle nuove tendenze musicali moderne, come il rap. Nel film, presenti e riunite per la prima volta, tutte le principali crew della scena capitolina: Flaminio Maphia, Colle der Fomento, Assalti Frontali, Quarto Blocco, Gente De Borgata ed ancora Piotta, Chicoria, CaneSecco, Tareck, insieme alle testimonianze di Simone Cristicchi, Amedeo Minghi, fino ai nuovi emergenti Emilio Stella, Cranio Randagio e molti altri. Il passato ed il presente per la prima volta nella storia convivono sullo stesso palcoscenico dove lo stornellatore per antonomasia di un secolo fa, Giorgio Onorato, intona uno stornello ed il rapper G-Max “rappa”, creando il famoso “botta e risposta” che oggi in gergo rap si chiama freestyle. Cambia la musica e la forma ma la sostanza ed il contenuto sono assolutamente fratelli di sangue.
Il film è parte del più ampio progetto Dallo Stornello al Rap che prevede annualmente Lectio Magistralis sul tema, Master Universitari negli atenei del mondo, concerti con orchestre sinfoniche, un libro omonimo e il concorso per giovani under 35 con l’obiettivo di creare la nuova generazione di cantautori romani, testimoni musicali della Roma di questi anni e che ogni anno ad ottobre si esibiscono nel gala di premiazione all’Auditorium Parco della Musica, giudicati da 15 giurati di alta qualità. Tutto ciò è nel film.

Note di regia di Elena Bonelli (www.elenabonelli.com)
In questo docufilm musicale ho voluto focalizzare la stretta connessione che esiste tra i primi stornelli dell’antica tradizione musicale romana ed il contemporaneo rap, raccontando l’arco musicale che va dall’800 ad oggi e che racchiude la vera storia della canzone romana. Esso fa parte dall’ampio progetto musicale, didattico e storico “Roma nel mondo”, nato nel 2002 con la regia dei grandi Carlo Lizzani e Sergio Bardotti, che ho intrapreso per riscoprire, recuperare e rivalutare la canzone romana in Italia ed esportarla per la prima volta nel mondo. Dopo numerosi concerti, accompagnata da grandi orchestre in prestigiosi teatri di oltre 100 Paesi, mi sono voluta dedicare ai giovani per avvicinarli alla nostra grande tradizione musicale, stimolando le loro passioni artistiche e dando loro la chance di esprimersi e raccontare la propria citta in musica, come succedeva nella Roma di alcuni secoli fa. Un documentario che, oltre all’aspetto di divulgazione della tradizione musicale popolare, invogli i giovani a capire ed apprezzare le origini della musica dei loro idoli contemporanei. Le interviste ai maggiori interpreti romani di musica di ieri e di oggi, con immagini di repertorio di conferenze stampa, spettacoli teatrali, tavole rotonde, lectio magistralis nelle università, hanno creato questo prodotto fresco, giovane, facilmente godibile da qualsiasi fascia di pubblico, che attraverso la musica accompagna l’evoluzione storica della capitale. La narrazione è veloce e serrata, principalmente affidata alla musica, ai suoi testi ed ai suoi interpreti, oltre che agli scenari che questa meravigliosa città offre. 71 minuti che presentano il completo arco della storia secolare della canzone romana dall’ ’800 ad oggi, citando il titolo, “Dallo Stornello al rap”, che da un’inedita chiave di lettura di un grande patrimonio musicale, quello romano, troppo spesso dimenticato o sottovalutato, arricchendo lo spettatore di cultura storica e nuove ed inaspettate consapevolezze…..Grazie e buona visione!!



PINO DANIELE. IL TEMPO RESTERA'
Documentario – Regia: Giorgio Verdelli


Gentili giurati,
prendo in prestito una frase di Ivano Fossati, questo è un documentario "per chi l'ha visto e per chi non c'era e per chi quel giorno lì inseguiva una sua chimera"...
Non è soltanto un documentario musicale ma il racconto di una città, di una generazione e pertanto vi chiediamo soltanto di vederlo se per caso vi è sfuggito.
Se poi "Pino Daniele Il Tempo Resterà" vi trasmette le stesse emozioni arrivate al pubblico che ne ha decretato un successo indiscutibile sia in sala che in Tv, magari lo voterete. Credo che Pino mi prenderebbe molto in giro per questo appello perché chi lo ha conosciuto sapeva bene che lui aveva un grande senso dell'umorismo e avrebbe detto " Verde ma che r'è stamm a scola che amma piglià i voti..?"
Allora se vi va votateci ma soprattutto vedeteci...Grazie!

Giorgio Verdelli

trailer
https://www.youtube.com/watch?v=bYKIf-NPRkI

rassegna stampa
https://www.sudovestproduzioni.com/stampa

Sito web - con extra del documentario
www.sudovestproduzioni.com



URLI E RISVEGLI
Documentario – Regia: Nicola Ragone


Mi fa piacere segnalare il documentario "Urli e risvegli" di Nicola Ragone (Nastro d'argento 2015 con il corto “Sonderkommando”), pellicola che racconta una Basilicata underground e marginale.

Trailer

Se dovesse esservi piaciuto,
vi chiederei la cortesia di votarlo e sostenerlo, sezione documentari.

Grazie e scusatemi per il disturbo.
Buone giornate!

Daniela Bendoni

Pressbook
Rassegna stampa



LA MIA FAMIGLIA A SOQQUADRO
Regista esordiente: Max NARDARI


MAKE ME HAPPY
Canzone Originale - Compositore: Cris Ciampoli

Gentile Giurata, Gentile Giurato

Vi chiedo Dieci secondi della vostra vita.

Dieci secondi di ascolto per questa mia canzone originale candidata!
Non vi chiedo oltre, dieci secondi per capire se la canzone sarà in grado di convincervi ad ascoltarla tutta!

Grazie infinite se mi regalerete dieci secondi della vostra vita!

https://www.youtube.com/watch?v=uSqEmW9AH1M



SARO
Documentario - Regia di: Enrico Maria Artale


Gentili giurati,

Vorrei segnalarvi tra i documentari in concorso, la presenza di un piccolo film, prodotto e distribuito in modo indipendente, già vincitore del premio come miglior documentario Italiano al 34° Torino Film Festival:

SARO
di Enrico Maria Artale

Il film è il racconto in presa diretta del viaggio alla ricerca di mio padre, che ho incontrato per la prima volta quando avevo venticinque anni. Un percorso immaginifico attraverso la Sicilia tra conversazioni e paesaggi dell'anima, fino ad un incontro a lungo sfuggito, rifiutato, desiderato. Un road movie interiore, intimo e universale.

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=3f674qL48XQ

Vi ringrazio per l’attenzione,
Enrico Maria Artale

“Saro si pone dunque come riflessione sul Tempo, un esperimento di verifica sul potere del cinema come Senso e come dispositivo di autenticazione ontologica. […] Una fiducia che il giovane regista italiano traduce nella maniera più immediata possibile, ovvero cucendosi praticamente una piccola cinepresa digitale addosso, una sorta di terzo occhio capace di dare agli eventi una giusta prospettiva, di in-quadrarli con chiarezza, senza quelle distorsioni ottiche di chi guarda “da dentro” le cose, troppo coinvolto perché le possa tenere a distanza.”
Gianluca Arnone, Cinematografo.it



MILANO IN THE CAGE
Regia di: Fabio BASTIANELLO


Buongiorno a tutti voi,
perché dovreste votare questo film?
Perché è un film verità molto coraggioso, furi dagli schemi, come lo fu la sua prima opera, ancora acclamata e ricercata.
Un regista che osa e anticipa gli stili studiando il passato.
Un protagonista che combatte veramente l’ultimo incontro del film chiudendosi nella gabbia, metafora della città che ti lascia solo davanti ai propri problemi.

Un film fatto col cuore e autoprodotto lowbudget, ma di low non ha nulla, certo con qualche pecca attoriale, ma realista e genuino perché gli attori sono i veri attori della sua vita.

Milano in the Cage è uno spaccato sociale di una città (Milano) di cui in realtà si conosce sempre poco perché non si vuole far conoscere.

La conoscenza ruvida di una vita dura e borderline, dove si cerca sempre di cambiarla, ma spesso non ci si riesce per retaggio o appartenenza.

Oggi anche Clint Eastwood nell’ultimo film ha usato la stessa tecnica di usare i non attori come protagonisti dando le parti minori ai professionisti.

trailer
https://www.youtube.com/watch?v=XZoBYmo52Jw

Cinematografo
https://www.youtube.com/watch?v=b_ZGVVyTZRk

da Cinematografo:
Lo spettatore viene condotto nella periferia del capoluogo lombardo, tra le piazze di spaccio, la prostituzione e il malaffare gestito dalle ‘ndrine. Vive, attraverso gli occhi del protagonista, le differenze sociali, il classismo, le difficoltà che la metropoli comporta per chi vive un’altra Milano: non quella del Duomo o della moda, ma quella della violenza e del degrado. Perché Gomorra non è soltanto Napoli. Vi è una Gomorra in ogni luogo, e il film di Bastianello è la giusta occasione per scoprire l’altro volto della città, quell’area metropolitana che non sembrerebbe protetta dalla Madonnina. Bastianello strizza l’occhio al cinema di genere senza (è il caso di dirlo) esclusione di colpi! Ecco allora i rimandi, dai classici (Rocky, per citare il più noto) ai low budget provenienti da Hong Kong, sino ai più recenti Southpaw e il cinema brasiliano di Afonso Poyart (Mais forte que o mundo). Ma quella di Lato è una storia vera, seppur romanzata per l’occasione. E questo coinvolge ancor più lo spettatore. Milano in the Cage incassa alcuni colpi bassi per via degli interpreti, non tutti all’altezza del protagonista o della Salvucci. Ma non si può avere tutto. Primo film di casa nostra sulla disciplina estrema MMA realizzato, seppur con pochi mezzi, con una grande scorta di coraggio, intraprendenza e urgenza narrativa. E scusate se è poco.

Nico Parente